La NASCAR prosegue la preparazione alla stagione 2022, affinando il progetto della Next Gen Car. A Charlotte i team hanno partecipato al terzo test collettivo con le vetture da loro assemblate, dopo la prima di Daytona e la seconda al ROVAL. I tempi sul giro, e le indicazioni dei piloti, hanno lasciato dei feedback interessanti, ma non mancano le preoccupazioni per una macchina che è ancora un “work in progress”.
NASCAR Next Gen: alla scoperta dell’ovale di Charlotte
NASCAR Next Gen: cosa funziona sulla vettura 2022?
Uno dei problemi emersi nelle prove precedenti è stato l’accumulo di calore all’interno dell’abitacolo. Per risolverlo, la NASCAR ha introdotto alcune modifiche, come una presa d’aria sul parabrezza anteriore, un pannello di plexiglass ai lati del cockpit, ed un terminale di scarico più corto. I piloti hanno dato responso positivo: la vettura ora è meno “calda”. Un altro punto a favore riguarda la manutenzione: Austin Dillon ha sbattuto nel corso della mattinata. La sua Chevrolet si è danneggiata sulla parte anteriore. I meccanici del Richard Childress Racing l’hanno riportata in officina, sostituendo le parti interessate più il motore. La struttura del mezzo (i pannelli della carrozzeria sono in composito, i paraurti sono imbullonati e non saldati) hanno permesso di terminare le riparazioni in sole cinque ore. Justin Alexander, capotecnico di Dillon, ha sottolineato negli incontri con la stampa che un’assistenza così veloce non è possibile con la vettura impiegata fino a quest’anno. Altra nota positiva viene dalla sicurezza: Dillon, secondo la NASCAR, ha subito un impatto violento, senza farsi male. Inoltre, la macchina si è rivelata impegnativa da guidare, e nei long run ha mostrato un’usura accentuata delle gomme. Insomma, ci sono molti ingredienti per un pacchetto di successo. Ma…
I punti critici
Nel corso dei test sono emerse anche delle criticità. Nello specifico, i piloti sono rimasti perplessi per il comportamento in scia. Le Next Gen sono più ostiche per i sorpassi? È una domanda che si sono posti in tanti, dopo che i driver hanno lamentato turbolenze in fase di drafting. Ma come ha sottolineato Bob Pockrass sulla sua colonna su Fox Sports, il problema è difficile da diagnosticare, per due ragioni. La prima è che Charlotte ha una configurazione tale da rendere difficili i sorpassi, a prescindere dal tipo di vettura. In secondo luogo, i piloti non conoscono ancora bene il mezzo, e hanno ammesso di non averlo spinto al limite. Per questa ragione, la NASCAR sta pensando di aggiungere altri test tra dicembre e gennaio (si parla di una sessione a Talladega ed un’altra a Charlotte, oppure su un tracciato simile). Infine, è emerso il dato delle prestazioni: rispetto alle macchine attuali, le Next Gen sono troppo lente. A Charlotte la differenza di velocità media era di 11 Km/h: decisamente troppi. L’impiego di uno spoiler più scarico, da 17 cm anziché 20, non ha sortito gli effetti sperati. La Next Gen Car adotta un diffusore posteriore, che genera carico dal fondo vettura senza troppe “responsabilità” alle ali.