Scoppia il caso Paulo Sousa. Il tecnico portoghese, in procinto di succedere a Renato Portalupi sulla panchina del Flamengo, avrebbe chiesto alla Federazione polacca di rescindere il contratto che lo lega alla guida della Nazionale, ricevendo un netto rifiuto e la minaccia di sanzioni da parte della Fifa.
Paulo Sousa-Polonia: quali sono i motivi della rottura?
Dietro al muro alzato dalla Federazione polacca ci sarebbe un rapporto tutt’altro che idilliaco tra le parti. In particolare, il Presidente Federale, Cesary Kukezsa, non avrebbe preso bene la difesa del tecnico portoghese nei confronti dei suoi giocatori dopo la sconfitta subita contro l’ Ungheria nel match valido per le qualificazioni ai Mondiali in Qatar, e l’impossibilità di inserire un collaboratore polacco nel comitato tecnico di Paulo Sousa. A ciò si aggiunge il fatto che quest’ultimo non risieda in Polonia per poter seguire il campionato nazionale. Abbastanza, dunque, per consentire al tecnico di trovare una via di fuga. Ricordiamo che la Polonia dovrà giocare gli spareggi a marzo per accedere ai Mondiali e rischia di doverlo fare con un altro ct.
La Polonia non ci sta
Il Presidente della Federazione polacca ha emesso un comunicato durissimo contro la decisione di Paulo Sousa di voler lasciare la Nazionale: “Oggi sono stato informato da Paulo Sousa che voleva rescindere il contratto con la Polonia di comune accordo a causa di un’offerta da parte di un altro club. Questo è un comportamento estremamente irresponsabile, incoerente con le precedenti dichiarazioni del tecnico. Pertanto, ho rifiutato fermamente”.
La carriera di Paulo Sousa
La sua prima esperienza da allenatore ha inizio con il Portogallo under 16 e come assistente della Nazionale maggiore. Successivamente è stato in Inghilterra dove ha allenato Qpr, Swansea e Leicester Cty, per poi guidare Tel Aviv, Videoton e Basilea. In Italia è stato alla guida della Fiorentina per circa due anni, dopodiché si è trasferito in Cina al Tajin, al Bordeaux e infine in Polonia al timone della Nazionale.