Oggi 3 Giugno ricorre l’anniversario di una serata maledetta.
Una serata in cui si sarebbe dovuto soltanto gioire per i gol della squadra del cuore, e che invece si è trasformata in un incubo.
In modo particolare per la Juve la Champions League sembra essere un tormento, anche ricordando i fatti dell’Heysel.
Una notte come tante si è trasformata in attimo di puro terrore, correndo senza una metà per scappare da un qualcosa di terribile.
E chi non è stato svelto è rimasto schiacciato sotto altri ragazzi tifosi come lui.
Una notte che non si dovtebbe mai vivere nella vita.
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La tragedia di Piazza San Carlo a Torino
La sera del 3 giugno 2017, a Torino, si disputava la finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid.
E per questo evento fu installato in piazza San Carlo uno dei due maxischermi per permettere ai tifosi rimasti in città di seguire in diretta la partita che si disputava a Cardiff.
Le indagini hanno svelato che durante la partita, un gruppo di malviventi utilizzavano spray urticante per aprirsi la strada dopo aver razziato oggetti di valore tra il pubblico.
Proprio dopo l’uso dello spray si è scatenato il panico.
I presenti, presi dal terrore, hanno creato, nel fuggire, una calca che ha provocato più di 1500 feriti e la morte di due donne e un uomo.
La prima dopo dodici giorni di agonia, la seconda, rimasta inizialmente tetraplegica, dopo diciotto mesi.
E il terzo dopo un calvario durato due anni e mezzo e l’amputazione di un piede.
A seguito della tragedia si sono osservati numerosi aspetti critici che possono aver contribuito al suo verificarsi:
La mancanza di coordinamento tra le forze di pubblica sicurezza presenti in piazza.
Inoltre la mancanza di un punto di soccorso prestabilito in caso di emergenza.
E ultima cosa la presenza incontrollata di venditori abusivi di bevande contenute in bottiglie di vetro.
I cui cocci hanno contribuito all’aumento del numero dei feriti durante la fuga collettiva.
Le Reazioni
La vicenda ha suscitato un forte shock nell’opinione pubblica.
Innanzitutto poiché, a causa delle notizie confuse su quanto stesse accadendo, all’inizio si temeva che si trattasse di un vero attentato terroristico.
Circa un’ora dopo la tragedia avvenne veramente un attentato sul London Bridge a Londra che causò la morte di 8 persone.
Successivamente, è stato appurato che le dimensioni della vicenda sono state amplificate dal panico e dalla psicosi di massa.
Sono sorte riflessioni sul clima di paura collettiva causato dai recenti attentati di matrice islamista in Europa.
Inoltre, l’opposizione comunale ha prontamente chiesto le dimissioni del sindaco Chiara Appendino a seguito della vicenda.
Il Codacons, invece, ha lanciato una class action affinché tutte le persone coinvolte per lesioni riportate nell’evento potessero tutelare i loro diritti.
E che sopratutto le responsabilità sull’accaduto venissero accertate.
Le indagini
La Procura di Torino ha immediatamente avviato indagini per accertare le responsabilità di quanto avvenuto.
Il 6 novembre 2017 sono stati notificati venti avvisi di garanzia.
Tra i cui destinatari figuravano anche il questore di Torino e il sindaco della città.
Le indagini si sono focalizzate sui reati di omicidio colposo, lesioni colpose e disastro colposo.
Questo filone di indagini sugli aspetti amministrativi e logistici dell’organizzazione è stato poi formalmente chiuso il 12 aprile 2018.
Il 22 giugno 2018, per il sindaco Chiara Appendino e altri 14 indagati è stato richiesto il rinvio a giudizio.
Nell’ambito di un secondo filone di indagini,per stabilire eventuali comportamenti dolosi, il 13 aprile 2018 è stato arrestato un gruppo di italiani di origine maghrebina.
Ritenuti responsabili del panico diffusosi in piazza.
Il gruppo, già resosi responsabile di simili reati, avrebbe spruzzato spray urticante allo scopo di rapina.
Uno degli arrestati ha confessato.
Il gruppo è stato individuato mediante intercettazioni telefoniche nel corso di un’altra indagine.
Nel corso delle quali è stata menzionata una collana d’oro sottratta durante la calca.
Il 17 maggio 2019, i ragazzi responsabili dello scatenarsi del panico a scopo di rapina sono stati condannati.
La condanna è stata di 10 anni di carcere dal Tribunale di Torino per omicidio preterintenzionale.
Le Conseguenze della tragedia
Il 28 luglio 2017, a seguito della vicenda, il dicastero competente è stato presieduto da Marco Minniti.
Questo dicastero ha diffuso una direttiva che riguarda i modelli organizzativi.
Proprio per garantire alti livelli di sicurezza in occasione di manifestazioni pubbliche.
Questa direttiva elenca una serie di linee guida riguardanti tipologie di rischi nei casi di manifestazioni pubbliche.
Per prima cosa la capienza massima dell’area in cui si svolge la manifestazione.
Poi la regolamentazione degli accessi, le procedure di evacuazione, e infine l’accessibilità per i mezzi di soccorso.
Il 14 maggio 2019 la città di Torino ha deciso di ricordare le vittime della tragedia con l’apposizione di una targa commemorativa nell’omonima piazza della città.