Rafa ha vinto! È il tredicesimo cavaliere, il tredicesimo sigillo, l’unico padrone del Philippe Chatrier. Una magìa unica rivelata allo spirito di questa esecuzione. Ha giocato la partita del cuore, intelligente, astuto, cauto, eroico.
Rafa ha vinto
Giorno di trincea. Giorno di sangue. Dove l’angelo della guerra pone le sue ali sulla schiena di chi osa oltre. Se fossi Rafa direi: “Io sono la rivelazione, il tempo dedicato al tempo che si maschera del successo che avuto accesso al tempo: io sono”. Questo direi per lasciar testamento del mio spirito e alzerei la coppa per offrirla ad Eracle. 6-0 il primo set.
Colui che re fu
Ha scavato palla dopo palla, colpo dopo colpo, asfissia dopo asfissia. Guardando negli occhi l’angelo caduto vestito da ribelle Serbo e lo ha sconfitto. Ha guardato colpo dopo colpo la leggenda diventare leggenda, senso senza senno di una battaglia fatta dal senno del senso. Visse Rafa al tempo di Nole, al tempo di Roger, al tempo degli eroi che divennero dei del divenire eroi del tempo. Così parlò “Eracle” nella sua estrema rivelazione: Nadal rese tempo alla gloria, noi ne fummo testimoni. 6-2 secondo set.
Rafa ha vinto: il dio della guerra
lo guardai muoversi con la rabbia e il fulmine che gli dei donano per compiacere l’uomo e le sue illusioni. Vegliammo ogni colpo come fosse la pendola del tempo. Come fosse metronomo per la musica che si scrive con i solchi della palla sulla terra. Note profonde di gioco unico: andande, veloce, forte, moderato, come si addice ad esecutori classici di immenso splendore. Vedemmo ciò che i dei donano ai loro figli, hai loro racconti, al tempo che il tempo dona alla leggenda. “Io sono legenda” dovrebbe dire nel volger sguardo al cielo. Tempi, colpi, gemiti e condanne ai propri errori, e io guardai! Io vidi ciò che racconterò ai miei nipoti. Rafa ha vinto! Il dio dello Chatrier ha vinto. 6-0 6-2 7-5