Si tratta di uno dei primi episodi più tragici della MLB e che, a Cleveland, ancora viene ricordato. Il 16 agosto 1920, nella sfida tra Cleveland Indians e New York Yankees, Ray Chapman è colpito da una palla veloce, lanciata da Carl Mays.
L’ULTIMA PARTITA DI RAY CHAPMAN
È il quinto inning della partita tra Cleveland Indians e New York Yankees. Carl Mays, degli Yankees, lancia una palla veloce, che viene respinta da uno degli avversari. Mays crede che la palla sia stata colpita dalla mazza di un Indian e continua a giocare. Scoprirà, in seguito, che le cose non sono andate come pensava.
La palla veloce, lanciata da Mays, colpisce in pieno la testa di Ray Chapman, che inizia a perdere sangue da un orecchio. Il giocatore è subito soccorso da staff medico e compagni e, in un primo momento, sembra rispondere bene alle cure. Poi, però, Chapman collassa di nuovo e, vista la situazione, viene trasportato St. Lawrence Hospital di Manhattan.
La corsa all’ospedale, però, si rivela inutile. Chapman muore nelle prime ore del mattino del 17 agosto, lasciando un vuoto nella squadra e nei tifosi dei Cleveland Indians. La carriera di uno che sembrava destinato a diventare una leggenda del baseball è stroncata di colpo.
UNA STELLA SPENTA TROPPO PRESTO
Raymond Johnson Chapman debutta in MLB nel 1912, sempre con la franchigia di Cleveland, che agli inizi si chiamava Cleveland Naps. In otto anni a Cleveland, il ragazzo di Beaver Dam si mette in luce per le sue giocate offensive e difensive, quel tanto che basta per farlo entrare nei cuori dei tifosi. Per onorare la sua memoria, i compagni di squadra indossano il lutto al braccio, nelle successive gare della stagione.
Poco più tardi, i tifosi fanno molto di più. Sulle mura del Progressive Field di Cleveland, compare una targa commemorativa in onore del compianto Chapman. Sulla targa giganteggia la scritta:
“He Lives in the Hearts of All Who Knew Him” (vive nei cuori di tutti coloro che lo conoscevano).
Dopo essere stata smarrita, la targa è ora esposta al nuovo stadio di Cleveland, per onorare la memoria di un talento scomparso troppo prematuramente.