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Roberto Duran: il pugile dalle mani di pietra

Oggi 16 Giugno compie sessantanove anni Roberto Duran, il pugile Panamense.

Soprannominato mani di pietra, per la forza bruta della sua muscolatura.

Ad appena sedici anni compiuti esordisce come pugile professionista nella categoria dei pesi gallo.

E il suo debutto si rivela subito vincente: ottiene, infatti, un successo ai punti contro il suo connazionale Carlos Mendoza.

Nei primi anni di carriera, Roberto Duran passa velocemente dai pesi gallo ai pesi leggeri.

Anche per l’inevitabile trasformazione corporea che caratterizza l’adolescenza.

E conquista un record di 28 vittorie su 28 incontri: di queste, ben 24 sono arrivate prima del limite.

Leggi anche: James J. Braddock: il Cinderella Man del pugilato.

La Carriera di Roberto Duran

A soli ventuno anni sale sul ring del Madison Square Garden di New York.

È il 26 giugno del 1972 quando incrocia i guantoni di Ken Buchanan, il britannico campione del mondo dei pesi leggeri della categoria WBA.

Titolare di un record di 43 successi, 23 dei quali arrivati per KO, su un totale di 44 incontri.

Duran, però, non si fa impressionare dal palmares del suo avversario, e già all’inizio del primo round lo stende con un cross destro.

ll combattimento, in ogni caso, si conclude in modo piuttosto controverso, perché al termine del tredicesimo round il panamense colpisce il britannico sotto la cintura.

L’arbitro, però, non è di questa opinione, e così Roberto, che nel frattempo si era già guadagnato il titolo di “Manos de Piedra“, cioè “Mani di Pietra”, diventa campione WBA dei pesi leggeri.

La sconfitta e la rivincita con Esteban de Jesùs

Poco tempo dopo, però, sempre al Madison Square Garden arriva la prima sconfitta per l’atleta.

A infliggergliela è Esteban de Jesùs, un pugile portoricano suo coetaneo, che lo domina per tutto il match e già alla prima ripresa lo manda al tappeto.

L’incontro, in ogni caso, non è ritenuto valido per la corona, in quanto tutti e due i boxeur sono fuori peso rispetto alla categoria di appartenenza.

Rimasto campione dei pesi leggeri per l’intero 1973, l’anno successivo Duran sfida ancora De Jesus, ma stavolta l’incontro assegna anche il titolo.

Dopo essere finito al tappeto, il panamense si rialza e manda KO l’avversario all’undicesima ripresa.

I due sfidanti si ritrovano una terza volta nel 1978: l’incontro va in scena a Las Vegas, al Cesar Palace, il 21 gennaio, e vede vincere ancora una volta Roberto Duran.

Questo si rivela l’ultimo incontro tra i pesi leggeri per il pugile di Panama, che quindi passa alla categoria pesi leggeri.

Nei pesi welter e superwelter

Il 20 giugno del 1980 il panamense sfida Sugar Ray Leonard, il campione della WBC, reduce da 140 vittorie su 145 incontri.

L’incontro va in scena a Montreal, all’Olympic Stadium, e Leonard è favorito: il verdetto, però, sancisce all’unanimità il successo di Roberto Duran.

Successivamente, il pugile statunitense rende al forte avversario l’onore delle armi, riferendo di non avere mai incontrato nel corso della propria carriera un avversario così duro.

Pochi mesi dopo, ad ogni modo, va in scena la rivincita, organizzata al Superdome di New Orleans nel novembre dello stesso anno.

Grazie a una borsa da otto milioni di dollari, Duran ottiene il record del guadagno più alto per un singolo incontro.

A dispetto dei favori del pronostico che vedono ancora Leonard avvantaggiato.

L’incontro diventa famoso come il match del “no mas“, la frase pronunciata da Duran nel corso dell’ottava ripresa, con Sugar Ray Leonard che sta dominando il round ed è in vantaggio ai punti.

Il panamense si ritira stupendo non solo il pubblico presente, ma anche i suoi secondi, per poi fornire varie versioni sulla motivazione che lo ha spinto a compiere quel gesto.

In un primo momento parla di dolori allo stomaco, ma in seguito dà la colpa al modo di fare di Leonard.

In ogni caso, questo è l’ultimo incontro di Roberto Duran da peso welter: dall’anno seguente passa ai superwelter.

Nel 1982 tenta di ottenere il titolo WBC sfidando Wilfred Benitez, ma viene sconfitto.

Ci riprova nel 1983, quando, il giorno del suo trentaduesimo compleanno, affronta Davey Moore, campione del mondo WBA.

E con un KO tecnico alla nona ripresa riesce nell’impresa.

Diventa quindi campione del mondo in ben tre categorie di peso differenti.

Gli annii ’80

In seguito Duran, pur conservando il titolo ottenuto, decide di passare ai pesi medi con l’intenzione di sfidare Marvin Hagler.

Uno dei pugili più forti in circolazione e, soprattutto, il campione in carica.

Il panamense, però, non raggiunge l’obiettivo desiderato, e i giudici assegnano all’unanimità la vittoria allo statunitense.

Così, nel 1984, fallito il tentativo, Duran fa un passo indietro e dai medi torna ai superwelter, per affrontare sul ring Thomas Hearns, cioè il nuovo campione WBC.

Per disputare questo incontro, tuttavia, viene destituito del titolo dalla federazione.

Perché secondo le regole avrebbe dovuto incontrare Mike McCallum, cioè lo sfidante della WBA.

Per Roberto, però, le cose vanno male: contro un avversario più giovane di lui di sette anni, viene messo KO già nella prima ripresa per due volte.

Per poi essere atterrato ancora nella seconda ripresa.

A quel punto, l’arbitro decide di interrompere il match.

Mani di pietra“, in ogni caso, non è un tipo che si arrende, e nonostante quella sconfitta clamorosa torna ad allenarsi, pur rinunciando a sfide ufficiali per un anno.

Torna a combattere a trentacinque anni, nel 1986, tra i supermedi, conquistando sette successi ma solo contro pugili di livello mediocre.

E rimediando una sconfitta contro il fratellastro di Marvin Hagler, Robbie Sims.

Verso la fine della carriera

Rimasto nella categoria dei pesi supermedi fino al 1988, l’anno seguente sfida Iran Barkley, ventinovenne campione WBC dei pesi medi.

Al termine di un incontro equilibrato, vince il suo quarto titolo in quattro categorie di peso.

La carriera di Roberto Duran, comunque, dura ancora a lungo.

Dieci mesi dopo essersi aggiudicato il titolo mondiale torna nei supermedi per affrontare Sugar Ray Leonard al Mirage Hotel & Casino di Las Vegas, ma viene sconfitto di nuovo.

Gli anni ’90

Poi, dopo una pausa di un anno, torna sul ring nel 1991, a quarant’anni, per un match contro Pat Lawlor, che perde.

Nel 1994, ancora, sfida Vinny Paz, campione IBC , una sigla minore.

Rimediando un’altra sconfitta, l’anno successivo ci riprova, ma l’esito è lo stesso.

Nel 1996, quindi, fa ritorno nei pesi medi per affrontare Hector Macho Camacho, portoricano che sfida per conquistare il titolo vacante della IBC.

Roberto Duran perde ai punti con verdetto unanime.

Nel 1997, infine, sale sul ring contro Jorge Fernando Castro, per poi ritirarsi ufficialmente nel 2001, all’età di cinquant’anni.

Complice un incidente stradale piuttosto grave nel quale rimane coinvolto.

Il film su Roberto Duran

Nel 2016 viene girato un film biografico sulla vita del pugile campione: “Hand of Stone”, scritto e diretto da Jonathan Jakubowicz.

Il film si focalizza in modo particolare sul rapporto tra Roberto Duran, interpretato dall’attore Édgar Ramírez, e il suo allenatore Ray Arcel, interpretato da Robert De Niro.