La Rolex 24 at Daytona comincia con il gustoso antipasto della Qualifying Race. In una gara corta (100 minuti), senza caution ma tirata come una sprint, il Wayne Taylor Racing conquista una vittoria che vale la pole position per la 24 ore che scatterà questo sabato. Nella classe GTD Pro, Lamborghini batte la Mercedes e si aggiudica la partenza al palo tra le derivate di serie. La 24 ore di Daytona parte sabato 29 gennaio, quando in Italia saranno le 19.
Roar Before The 24: la pole perla gara di qualifica
Rolex 24: cosa succede nella Qualifying Race?
Ricky Taylor e Filipe Albuquerque sono due dei quattro piloti selezionati dal team per la “garetta”. Il duo, in teoria, parte dalla prima fila, ma nella pratica un’ala posteriore fuori linea li sbatte in fondo alla griglia delle DPi. Il portoghese è però abile a sfruttare il traffico dei doppiati per risalire la china, con la squadra che opta per il pit stop anticipato per recuperare ulteriormente. La palla passa dunque a Taylor, che nei giri finali è autore di un duello rusticano con Richard Westbrook. Il pilota JDC Miller, in coppia con Tristan Vautier, tenta un disperato contrattacco all’ultimo giro, urtando la ruota posteriore dell’Acura numero 10. L’inglese finisce in testacoda, ma riprende abbastanza in fretta da mantenere la seconda posizione. Il gradino più basso del podio è per Kamui Kobayashi, al volante della seconda Caddy Action Express insieme alla leggenda della NASCAR Jimmie Johnson. La prima Cadillac, quella di Pipo Derani e Tristan Nunez, paga un errore tattico. Il team opta per una sosta troppo anticipata, con il risultato che nel finale devono alzare il piede per fuel saving. La vettura partirà settima, ultima delle DPi. Ben Keating ed il PR1 Mathiasen dominano la classe LMP2, con oltre un minuto di margine. Il pilota imprenditore texano corre assieme al danese Mikkel Jensen.
Lambo power in GTD Pro
La classe GTD Pro regala spettacolo a non finire, con ben sei vetture a lottare per la vittoria. Alexandre Imperatori parte dalla pole con la Porsche KCMG “made in Hong Kong”, ma l’elvetico coadiuvato da Patrick Pilet perde trenta secondi al pit stop per un problema al rifornimento. Felipe Nasr, al debutto da ufficiale della casa di Weissach, eredita la posizione con Mathieu Jaminet ed il Pfaff Motorsports, ma devono fare i conti con una concorrenza agguerrita: quella di Alessio Picarello, al volante di un’altra Porsche, quella del Weathertec Racing, e del duo italiano Mirko Bortolotti/Andrea Caldarelli, con la Lamborghini numero 63. Il pescarese assume l’onere della rimonta, dopo la partenza dalla nona piazza. Poi cede il volante al trentino, che con una serie di bei sorpassi mette a cuccia le 911 a 15 minuti dal termine. Picarello soffia a sua volta la seconda piazza a Nasr, di conseguenza sarà il team Weathertech ad affiancare la Lambo in prima fila. In GTD, Kenny Habul stecca fin dalla partenza, lasciando campo aperto a Lucas Auer. Il nipote di Gerhard Berger, in coppia con Russell Ward, porta la Mercedes AMG GT3 del Winward Racing davanti a tutti, con Joel Miller e Paul Horton ad affiancarli con la McLaren 720S. Deludono le BMW M4, che al loro esordio in GTD Pro non riescono ad entrare nella top ten. In difficoltà anche la Corvette, che per quest’anno corre con la GTLM riveduta e corretta. Le due C8R sono nella seconda metà della classifica, nonostante l’IMSA abbia concesso loro una flangia più grande prima della Qualifying Race.