Da un hotel di Asuncion (Paraguay) dove sta scontando insieme al fratello gli arresti domiciliari dopo un oltre un mese di carcere per essere entrato nel paese sudamericano con passaporti falsi, l’ex stella del calcio, Ronaldinho, rivive la sua esperienza in carcere: Ho fede, prego sempre che le cose vadano bene e spero che questo finisca presto”. Sull’ accusa che lo ha costretto alla detenzione dichiara: “Siamo rimasti completamente sbalorditi quando abbiamo scoperto che i documenti non erano legali. Da quel momento in poi la nostra intenzione é stata quella di cooperare con i tribunali per chiarire”.
“Scoprire che stavo andando in prigione mi ha colpito duramente. Non avrei mai immaginato di trovarmi in una situazione simile. Per tutta la vita ho cercato di raggiungere il mio livello più in alto professionionalmente e portare felicità alla gente con il mio calcio – come dimostrato con gli altri detenuti: “Giocare a calcio, firmare autografi e fare foto è parte della mia vita. Non avrei avuto motivo di smettere di farlo, soprattutto con le persone che stavano vivendo un momento difficile come me”.
Infine parla del futuro prossimo: “La prima cosa che farò appena questa situazione sarà finita è quella di dare un grande bacio a mia madre Miguelina”.