Valentino Rossi e Fabio Quartararo, stessa moto ma destini differenti. Nel GP di Doha il transalpino conquista la prima vittoria stagionale, mettendosi a pari con il vincitore della prima gara Maverick Vinales. Valentino, invece, è fuori dai punti, complice anche una qualifica a dir poco disastrosa. Entrambi dispongono della stessa Yamaha M1, identica al bullone, con lo stesso supporto. E allora perché così tanta differenza? Facciamo un’analisi del passo gara, per renderci conto di ciò che separa il vecchio campione dalla nuova leva.
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Rossi Quartararo, cosa dicono i tempi del GP di Doha?
Facciamo una premessa importante: i due piloti partono da scenari differenti. Quartararo è scattato dalle prime due file, mentre Rossi occupava la 21esima posizione in griglia. Al pronti-via, Valentino doveva rimontare dal fondo, cosa che di solito condiziona il passo. C’è da dire che anche Fabio ha avuto le sue belle grane allo start, complice la “fionda” delle Ducati e uno holshot device che sulle Yamaha non sembra funzionare così bene. Il numero 20, nei primi giri, era in top ten, con un passo del 55 basso. Il numero 46, invece, è impelagato a fondo gruppo, con crono che già lambivano sul 56 basso.
A metà gara le cose hanno cominciato a delinearsi. Quartararo era nel gruppetto dei nove-dieci piloti che si stavano giocando la vittoria. “El Diablo” ha mantenuto un ritmo del 55 basso, gestendo le gomme. Rossi, dal canto suo, è risalito fino alla 16esima piazza, ma il suo riscontro cronologico non è migliorato. Verso il finale entrambi hanno iniziato a spingere, ma mentre Fabio ha abbattuto il muro del 55, segnando un 54″9, Vale non ha fatto meglio di un 55″3. Negli ultimi sei-sette giri, Quartararo ha cambiato passo, compiendo una serie di tornate “da qualifica”. Ha martellato quasi sempre sul 55″1, superando le Ducati e vincendo il GP. Rossi è rimasto 16esimo, prendendo quasi un secondo al giro dal compagno di marca.
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Il passo di Vinales e Morbidelli
Il divario tra Rossi e Quartararo è notevole. A dispetto di una M1 identica (almeno per ora), il francese ha rifilato dai cinque ai nove decimi al giro al “Dottore”, penalizzato da una qualifica orribile e da una ruota posteriore che scivola sempre (perché sempre a lui?). Interessante da questo punto di vista è l’analisi del passo gara degli altri due alfiere Yamaha, Franco Morbidelli e Maverick Vinales. Dai crono scopriamo che hanno avuto vicissitudini abbastanza simili.
Vinales, infatti, ha cominciato in linea con Quartararo, con tempi costanti sul 55 basso. Poi ha rallentato, arrivando sul 55 alto prima per poi superare il 56 nelle fasi iniziali. Il suo giro più veloce è sul 54″8. Il “Morbido” ha avuto una gara simile, con un 1’54″992 come giro più rapido per poi salire sopra il 55 in maniera rapida e importante. Rispetto al catalano, il laziale dopo il lampo di cui sopra non è mai sceso sotto il 55″5, cosa che è riuscita più spesso a Maverick. Risultato: il numero 25 ha chiuso in nona posizione, il 21 ha finito 12esimo.
In sintesi, l’analisi dei passi del quartetto di Iwata indica che nel GP di Doha a fare la differenza non è stata la moto, bensì il pilota. Quartararo (così come Vinales nel GP precedente) ha gestito meglio la qualifica, le strategie e l’assetto, lasciando indietro i compagni di marca. Per gli altri c’è da lavorare, soprattutto in casa Petronas. Morbidelli avrebbe bisogno della stessa moto degli altri tre, per raffrontarsi meglio, mentre Valentino dovrà cambiare stile di guida. Ammesso che abbia ancora la forza di farlo. Arrivederci a Portimao.
Immagine in evidenza di Yamaha Racing, per gentile concessione