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Russia: dopo la Var, per l’arbitro c’è la macchina della verità

Incredibile ma vero ciò che è successo in Russia. In occasione del match valido per la seconda giornata di campionato, Spartak Mosca-Sochi, all’88’, sul punteggio di 2-1 per i padroni di casa, l’arbitro, Vazaly Kazartsev, concede ai padroni di casa un rigore molto dubbio per un contrasto in area tra il difensore moscovita Nemechenco e l’attaccante del Sochi Gigot, senza consultarsi con il Var. Rivista l’azione alla moviola, l’impressione è che Gigot sferri il suo tiro ben prima del contatto con il difensore, peraltro probabilmente non falloso. Rigore molto dubbio ma si è visto di peggio. ll Sochi segna e pareggia mandando su tutte le furie la squadra di casa.

Nicchi: “Il VAR ci sarà con meno persone”

Il Presidente dello Spartak Mosca, Leodin Fedun, uomo molto influente e amico personale di Putin, nonche’ contrario all’uso della tecnologia in campo, minacciando di ritirare la squadra dal campionato, riesce convincere la Federazione calcistica della Russia a sospendere arbitro e assistente Var, per poi sottoporli alla macchina della verità.

Non si tratterebbe di una novità assoluta. In Russia il test del poligrafo sarebbe già stato utilizzato per smascherare alcuni dipendenti infedeli alla federazione. Se il test dovesse provare la loro malafede, i due rischierebbero la radiazione. Quel che è certo è che si tratta di una decisione che va ben oltre l’assistenza elettronica all’arbitraggio e forse anche al buon senso.