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Scherma:olimpiade deludente? I commenti degli azzurri

Manca ancora una gara nella scherma a Tokyo 2020 il fioretto maschile a squadra. Alle 3,45 ora italiana di domenica 1 agosto, la possibilità di aggiungere ancora una medaglia al bottino della scherma azzurra è affidata a Daniele Garozzo, Andrea Cassarà, Alessio Foconi e Giorgio Avola. Fino ad oggi sono 5 i podi conquistati, in linea con le ultime Olimpiadi. A Rio e Janeiro nel 2016 ne erano state conquistate 4 ma nelle precedenti edizioni di Atene 2004, Pechino 2008 e Londra 2012 il numero totale fu 7. SI può parlare di Olimpiade deludente? A Tokyo la spedizione non si è comportata male ma fermarsi ai piedi del podio, più di una volta, lascia l’amaro in bocca. E poi, se non accadrà domani, a questa spedizione mancherà l’oro.

Un’olimpiade deludente?

Sembrano lontani, i tempi del podio tutto azzurro nel fioretto individuale donne di Londra 2012 o la finale Vezzali-Trillini di Atene 2004. A Tokyo comunque le fiorettiste hanno conquistato il bronzo e la speranza di poter iniziare un nuovo ciclo che ripeta quello appena raccontato.

Ieri Irene Vecchi, Rossella Gregorio, Martina Criscio e Michela Battiston non sono riuscite a battere la Corea per 45-42 nella finale per la medaglia di bronzo. Un vero peccato dal momento che le azzurre erano avanti di 10 stoccate, prima di subire la rimonta e rimanere ai piedi del podio come già accaduto cinque anni fa a Rio.

Il commento delle spadiste

Sembra un po’ una maledizione. Abbiamo rivisto il mostro di cinque anni fa a Rio ed è grande il rammarico per la medaglia solo sfiorata”. Ha commentato così la prestazione, la capitana Irene Vecchi. Con le compagne ha espresso il rimpianto per la rimonta subita: “La sciabola è un’arma velocissima e non lascia scampo quando subisci un passaggio a vuoto. Sfido chiunque a non subire la tensione in pedana – ha detto – eravamo in vantaggio, loro non avevano nulla da perdere e sono riuscite a recuperare. Perché è accaduto? Di questi panorami se ne vedono mille nell’arco di una stagione, non è la prima né sarà l’ultima rimonta.

La scherma è fatta anche di questo. Abbiamo provato fino alla fine a riprendere in mano l’assalto, dispiace non avercela fatta. Bisogna saper accettare anche la sconfitta, riconoscendo che in questi anni anche le nostre avversarie si sono rese più competitive. Noi siamo arrivate qui con la consapevolezza d’aver fatto tanto e aver dato il massimo – ha concluso la sciabolatrice azzurra -. Purtroppo non ci siamo riuscite. Lo sport è anche questo”.

Anche la spada maschile a squadre ma non ha regalato medaglie all’Italia. Andrea Santarelli, Enrico Garozzo, Marco Fichera e Gabriele Cimini, si sono arresi ai quarti di finale contro la Russia. 

Il commento degli spadisti

Dopo la sconfitta con la Russia, gli spadisti azzurri hanno commentato la loro prestazione: “Fino a metà del quarto di finale stavamo disputando un buon match, anche se con degli errori individuali che possono starci. Non abbiamo saputo ben gestire il nervosismo generato da alcune decisioni arbitrali discutibili. Qualcosa evidentemente non ha funzionato e ci lecchiamo le ferite per un risultato che non ci soddisfa. Quello che ci teniamo a sottolineare è che abbiamo dato tutto in cinque anni di attività, lavorando duramente e stando attenti ai minimi dettagli. Ci abbiamo messo il cuore, ma purtroppo non è andata come volevamo”.  

Alcune decisioni arbitrali sono state contestate dagli azzurri: “Faremo tutti un’attenta analisi, ma resta il rammarico per quel che sarebbe potuto essere e non è stato. Arrivavamo qui da numero 2 al mondo non per caso. Nei momenti delicati dell’assalto con la Russia l’arbitraggio ha influito tantissimo: tre se non addirittura quattro stoccate mi sono state tolte nel match contro Bida. Non è ammissibile. Mi sono visto togliere una stoccata anche se la mia spada che non aveva la punta… Non vuole essere un alibi, non abbiamo perso solo per questo motivo. Ma credo sia giusto che lo si tenga in considerazione”.

Se guardiamo alle statistiche non si può considerare un’olimpiade deludente, certo però i rimpianti che i nostri ragazzi si portano in Italia non sono pochi. Potranno però ripartire da qui per arrivare a Parigi nel 2024 e, nell’immediato, cercare di portare a casa l’ultima medaglia domani.

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