Quasi certamente quando qualche mese fa ha firmato il contratto che lo avrebbe legato all’Esteghlal, Andrea Stramaccioni non avrebbe mai immaginato che la sua nuova avventura professionale sarebbe diventata un vero e proprio incubo. Nelle ultime settimane, infatti, i rapporti tra il tecnico italiano e la società di Teheran sono andati velocemente deteriorandosi, e di recente si è verificato uno spiacevole episodio che si è tinto di giallo.
Ma procediamo con ordine: nella mattinata di sabato 31 agosto, l’ex allenatore dell’Inter si sarebbe recato all’aeroporto di Teheran per prendere un volo per l’Italia allo scopo di trascorrere qualche giorno di vacanza in occasione della pausa del campionato iraniano. Tuttavia, una volta giunto a destinazione, la polizia locale durante il controllo dei documenti avrebbe impedito a lui e ai suoi tre collaboratori di partire perché in possesso di un visto turistico ormai scaduto. Il tecnico romano sarebbe rimasto fin da subito sbigottito, essendo convinto di avere un permesso di lavoro, poiché ormai da 80 giorni è a tutti gli effetti sulla panchina dell’Esteghlal.
Le autorità iraniane avrebbero comunicato ad Andrea Stramaccioni e al suo staff che i documenti da loro presentati sarebbero ormai privi di validità da circa 12 giorni. L’allenatore sarebbe rimasto piuttosto sbigottito perché pare fosse sicuro che, dopo aver messo nero su bianco l’accordo con la compagine iraniana, la dirigenza avrebbe provveduto a commutare il visto in un vero e proprio permesso di lavoro, avendo sottoscritto un accordo biennale. Dunque, qualora si dovesse appurare la mancanza di questa commutazione dei documenti, addirittura l’ex calciatore e il suo staff potrebbero risultare come «clandestini» in Iran.
La società smentisce: «Stramaccioni non si è recato in aeroporto»
Questa presunta e incresciosa vicenda, qualora fosse confermata, andrebbe ad intaccare ulteriormente i già difficili rapporti tra Andrea Stramaccioni e l’Esteghlal. La tensione tra le parti ha cominciato a salire quando il tecnico si è lamentato di una serie di mancate promesse da parte del club che non avrebbe acquistato sul mercato alcuni calciatori da lui indicati. E così, al momento del debutto nella Persian Gulf Pro League, tutto ad un tratto, a pochi minuti dall’inizio della partita, l’allenatore capitolino non ha potuto più contare sull’interprete che gli è stato repentinamente negato.
Di conseguenza, siccome nessuno dei calciatori della sua squadra parla l’inglese, l’ex interista si è visto impossibilitato a comunicare con i giocatori dalla panchina durante il match. Subito dopo, visibilmente infastidito per quanto accaduto, nel corso di una conferenza stampa si è duramente sfogato, arrivando a parlare addirittura di sabotaggio. E arriviamo così alla giornata di giovedì quando, dopo la seconda gara pareggiata con il Foolad per 1-1 e in vista della pausa per le nazionali, Stramaccioni aveva deciso di tornare per un po’ in Italia, ma ciò gli sarebbe stato impedito.
Il condizionale in questo caso è d’obbligo, perché nel momento in cui la disavventura del tecnico romano è stata riportata dai vari organi d’informazione internazionali, la società di Teheran ha deciso di intervenire con un comunicato ufficiale che, di fatto, ha smentito tutto. Infatti il club ha affermato che Andrea Stramaccioni non è mai andato in aeroporto dopo la sfida con il Foolad, aggiungendo che non ha mai chiesto alcun giorno di permesso alla dirigenza. Dunque, tenendo conto, di queste affermazioni, la ricostruzione della stampa italiana sarebbe inesatta e l’allenatore dell’Esteghlal non solo non sarebbe stato fermato dalla polizia di Teheran per il visto turistico scaduto, ma non sarebbe nemmeno andato allo scalo della città iraniana.
Anzi, i vertici del club hanno anche sottolineato che Andrea Stramaccioni, terminati i due giorni di sosta, è già pronto a riprendere gli allenamenti. Insomma, un vero e proprio mistero che però lascia intendere ancora una volta come ormai l’avventura in Persian Gulf Pro League dell’allenatore italiano stia diventando un tormento.