Il Circuit Van Drenthe di Assen ospita il secondo round del mondiale Supersport 2022. L’era della Next Generation è dominata dalla generazione…vecchia, quella della Yamaha. Dominique Aegerter ricorda a tutti di essere il campione del mondo in carica con una doppia prestazione maiuscola. Ma l’Italia può sorridere, grazie a Lorenzo Baldassarri, Nicolò Bulega e la Ducati. Tutto questo e qualcosina d’altro nella nostra breve cronaca.
Tutti gli articoli sulla Supersport
Supersport 2022: cosa succede ad Assen?
Si comincia con gara 1, la manche del sabato. Che sembrava essere nelle mani dell’idolo di casa Glenn Van Straalen, in testa e attento a tenere a bada un Aegerter minaccioso. Lo svizzero supera l’olandese proprio mentre sopraggiunge la bandiera rossa, causata dalla caduta di Marcel Brenner e Tom Booth-Amos. La bandiera conclude anzitempo le ostilità, e la vittoria va al campione del mondo in carica. Per il suo team Ten Kate è una vittoria di casa, essendo che ha sede proprio ad Assen. Van Straalen è comunque secondo, il che va benissimo, mentre Nicolò Bulega fa brillare il tricolore con il terzo posto. Partito dalla prima fila, “Bulegas” dimostra l’ottimo potenziale della Panigale V2. Un potenziale che è mostrato anche dalla moto privata di Althea, con Federico Caricasulo quinto dietro al veterano Jules Cluzel. Niki Tuuli, Hannes Soomer, Patrick Hobelsberger, Raffaele De Rosa e Leonardo Taccini chiudono la top ten. Yari Montella, alla sua terza gara Supersport, è undicesimo. Il salernitano salva l’onore del Team Puccetti, dopo che Can Oncu è caduto mentre lottava per il podio. Una caduta pone fine anche alla gara di Lorenzo Baldassarri, atteso protagonista ad Assen. I due Fuligni, Filippo e Federico, sono 19esimo e 23esimo e ultimi degli italiani. Primi punti iridati per Oly Bayliss, grazie alla 14esima posizione.
Blu profondo in gara 2
Yamaha domina la scena in gara 1 e il copione si ripete anche in gara 2. Dominique Aegerter centra il terzo successo di fila su quattro manche, ma questa volta cambia avversario. Come ad Aragon, l’elvetico deve vedersela con Lorenzo Baldassarri, che vuole farsi perdonare dell’errore di gara 1. Il “Balda” impegna il rivale per quasi tutta la corsa ma nel finale “Domi” ha una marcia in più. Il distacco al traguardo è superiore ai due secondi e mezzo. Anche Can Oncu ha qualcosina da farsi perdonare, e centra un altro podio. Il giovane turco è in bagarre con Nicolò Bulega, che però deve accontentarsi della medaglia di legno. Ma il romagnolo da le risposte giuste con una Ducati al top. Stefano Manzi è reduce dallo zero di gara 1, e si riscatta chiudendo sesto con una Triumph meno competitiva del previsto. Il “Manzo” chiude sesto dietro ad Hannes Soomer. Niki Tuuli (con la MV Agusta 800), Yari Montella, Kyle Smith e Bahattin Sofuoglu completano la top ten. Federico Caricasulo si ferma all’ultimo giro, entrando nella lista dei ritirati assieme al grande protagonista della prima manche Glenn Van Straalen. Oly Bayliss fa un altro passettino in avanti con l’undicesima posizione: il figlio d’arte sta recuperando dall’infortunio dei test invernali, e sta mostrando un potenziale interessante. Leonardo Taccini è 13esimo, Raffale De Rosa 15esimo. I fratelli Fuligni chiudono in tandem, con Filippo 21esimo e Federico 22esimo. Chiude la pattuglia italiana Alessandro Zetti, in 24esima posizione.