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The Athletic: il New York Times acquista la testata sportiva

Il New York Times alla fine decide di acquisire la testata giornalistica sportiva The Athletic che offre degli articoli validi e differenti rispetto agli altri giornali. I contenuti sono a pagamento e le sue inchieste riescono a svelare fatti sconcertanti che le altre testate sfiorano a malapena. Ora c’è da chiedersi se i diversi modi di intendere il giornalismo causeranno un brusco cambio a livello editoriale che potrebbe causare il tracollo del giornale in questione. Ma dal comunicato della testata sportiva sembra che il servizio offerto agli abbonati non cambierà. Staremo a vedere se il taglio rimarrà identico all’originale.


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The Athletic: l’inchiesta sul Calcio femminile Americano

L’ultima grande inchiesta di The Athletic è ferma al 21 Settembre 2021 quando la giornalista Meg Linehan ha scoperchiato il Mondo del Calcio femminile in America, tirando fuori scheletri che hanno fatto rabbrividire. Sono emersi abusi sessuali, pressioni, soprusi e violenze. Un vero sistema in atto da anni che tutti conoscevano e che tutti facevano finta di non vedere, a che alla fine è stato denunciato dalle stesse giocatrici. L’inchiesta di Linehan è stata pubblicata su The Athletic, con il titolo “This guy has a pattern”, e ha scatenato molte reazioni. La commissioner della NWSL (acronimo di National Women’s Soccer League) Lisa Baird ha dato le dimissioni chiedendo pubblicamente scusa. Al tecnico delle North Carolina Courage, l’Inglese Paul Riley l’unico destinatario delle accuse, è stata revocata la licenza da allenatore. Due atlete ed ex giocatrici delle Courage, Sinead Farrelly e Mana Shim, avevano raccontato per prime i comportamenti fin troppo oltre il limite del coach alla giornalista.

The Athletic: una testata eccellente

Lo standard del giornale The Athletic è di qualità altissima rispetto ai media sportivi, ai suoi competitor. Inoltre hanno dimostrato di saper fare il suo lavoro di cronaca e raccontare il mondo sportivo in maniera eccellente. Il New York Times ha deciso di acquisire The Athletic per 550 milioni di dollari (circa 486 milioni di euro). Ovviamente la qualità del servizio offerto è un ottimo punto di partenza, ma un ottimo punto di partenza non basta a giustificare l’acquisizione più costosa della storia del New York Times. Naturalmente questa acquisizione ha un preciso scopo che accontenta tutte e due le parti, da una parte The Athletic deve generare profitti a causa dei costi alti che deve sostenere e dall’altra The New York Times deve raccogliere più abbonati. Il New York Times ha più di 8 milioni di abbonati e ha annunciato di voler raggiungere quota 10 milioni entro il 2025 ed è per questo che questa unione potrebbe realizzare quel risultato. Oggi sono circa 1,2 milioni gli utenti paganti sul sito di sport, quindi è importante che le notizie siano verificate e veritiere ovviamente. Ricordiamo che The Athletic ha 600 dipendenti, 400 solo tra i giornalisti.

Il cambiamento sarà positivo?

Negli ultimi anni il Times si è trasformato, ha cambiato il suo modello di business: da azienda editoriale basata sulla pubblicità, è diventata  una compagnia una supportata da iscritti a pagamento. Con The Athletic il giornale più importante del mondo ha una nuova attività di abbonamento che può commercializzare insieme al suo prodotto principale (le due attività non sono in competizione) mentre The Athletic da startup entra a far parte di un universo mediatico, societario, di marketing con numeri decisamente più grandi di quanto potesse mai sperare di raggiungere da testata indipendente. La paura è se si riuscirà a mantenere la stessa linea di lavoro rispetto a quanto fatto finora, o se le esigenze di mercato del New York Times porteranno modifiche mirate a massimizzare i profitti prima di ogni altra cosa. The Athletic al momento sostiene attraverso il comunicato: “Continueremo a investire nella nostra redazione di livello mondiale e nella nostra copertura nazionale che non ha rivali”. Questo lo promettono i fondatori Alex Mather e Adam Hansmann.

The Athletic: il comunicato

Nel comunicato si legge: “Siamo entusiasti di annunciare che abbiamo stipulato un accordo per essere acquisiti da The New York Times Company, una transazione che dovrebbe concludersi nel primo trimestre del 2022. La New York Times Company ha stabilito lo standard per l’eccellenza nel giornalismo e, mentre guardiamo al futuro, il loro supporto ci consentirà di continuare a produrre la migliore copertura sportiva al mondo per un pubblico ancora più ampio. Al momento non cambia nulla riguardo al vostro abbonamento a The Athletic. Continueremo a investire nella nostra redazione di prim’ordine e nella copertura locale e nazionale che non troverete da nessun’altra parte”.

La seconda parte

Il comunicato continua dicendo: “Non possiamo celebrare questo momento importante senza offrire la nostra profonda gratitudine a voi, i nostri abbonati. Quando abbiamo fondato l’azienda nel 2016, speravamo di diventare la pagina sportiva di ogni città del mondo. Voi lettori e il vostro incrollabile supporto ci hanno permesso di assumere le migliori persone del settore che a loro volta creano i migliori contenuti sportivi del mondo. Ecco il futuro di The Athletic con il New York Times Company alle nostre spalle. Grazie per aver creduto nel potere del grande giornalismo sportivo e per averci supportato mentre ci imbarchiamo in questo nuovo capitolo. Avanti”.

The Athletic: la testata è ricca di storie da raccontare

The Athletic è attiva sulla cronaca di ogni competizione sportiva, a cui aggiunge analisi, approfondimenti, interviste e inchieste. A chi segue la Serie A non sarà sfuggito il reportage di James Hornacastle, che nel maggio scorso ha portato i lettori in casa dell’Udinese. Il club Italiano in questione è sospeso tra un passato da leader dello scouting calcistico e un futuro ancora in via di definizione. Il 4 Gennaio invece Tim Kawakami ha firmato un articolo su Klay Thompson, che è tornato in campo domenica 9 con i Golden State Warriors dopo un’attesa di quasi tre anni. Un articolo pieno di aneddoti che l’autore ha costruito sentendo quattro atleti che hanno giocato con Thompson ai Warriors: Andrew Bogut, David West, Zaza Pachulia e James Wiseman. Poi ci sono gli approfondimenti di Shams Charania sul basket, David Ornstein per la Premier League, Dermot Corrigan che copre la Liga. E per concludere le inchieste che hanno segnato un pezzo di storia dello sport prima ancora che del giornalismo.

Lo sport come passione

Dal 2016 The Athletic ha cercato e in un certo senso imposto standard qualitativi molto alti alla cronaca e al racconto dello sport, in un periodo in cui le testate si affidano alle pubblicità e al sensazionalismo, o fanno scelte editoriali scadenti. È molto probabile che almeno in un primo momento la testata rimanga uguale a se stessa proprio come diceva il comunicato ufficiale. Però il suo singolare modello di business lascia pensare che qualcosa possa cambiare, ora che è nella famiglia del Times. Ad esempio The Athletic negozia i contratti singolarmente con i suoi giornalisti, e questo ha portato alcuni ad abbandonare la nave negli ultimi tre anni. I negoziati sono così diventati sempre più duri per i lavoratori, molti hanno dovuto lottare per mantenere la stessa paga alla scadenza del contratto, mentre ad altri sono state fatte solo offerte inferiori.

The Athletic: perchè si è arrivati alla cessione?

Nei progetti iniziali dei due fondatori c’era una crescita esponenziale dei primi anni che avrebbe reso The Athletic una gigantesca media company, e questo giustifica anche i tanti aumenti di capitale del primo quinquennio. Qualcuno ha immaginato che Mather e Hansmann abbiano optato per la cessione solo per arricchirsi, fregandosene in realtà del giornale. Infatti già a settembre la società aveva assunto la banca di investimento LionTree per cercare un acquirente, durante il 2021 The Athletic sarebbe stato in trattativa con Axios per una fusione e poi anche con lo stesso New York Times per la vendita. Ma entrambe le trattative non si sono concretizzate perché la valutazione di 750 milioni di dollari è stata considerata troppo alta sia da Axios che dal New York Times. Sul piano giornalistico The Athletic la sua scommessa l’ha già vinta, riportando al centro del sistema il lettore pagante, che ha avuto un ruolo determinante nella normalizzazione degli abbonamenti e dei paywall: nella sua scia si sono poi inseriti anche i più grandi Espn, Sports Illustrated, Defector e altre testate di settore che hanno deciso di produrre contenuti a pagamento.

Il giornalismo è mutevole

In poco più di cinque anni The Athletic non è diventata la media company da miliardi di dollari che promettevano Mather e Hansmann, ma non è nemmeno implosa come tante altre testate indipendenti del giornalismo sportivo nate nella nostra era. Anche aver convinto un titano come il New York Times a investire mezzo miliardo per una startup è un evento singolare per il settore. Forse questa acquisizione non cambierà il volto e il futuro del giornale più importante del mondo, ma il Times ha visto in The Athletic la strada migliore, più sicura e valida per crescere ancora, per migliorare il suo modo di raccontare lo sport. E questo prima di ogni altra cosa ci dice che la qualità paga. Per fortuna, visto che anche la nostra testata tende a raccontare come stanno esattamente le cose, con obiettività e senza creare inutili articoli incentrati sul nulla.

Pagina Twitter New York Times: https://twitter.com/nytimes