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Fiorentina-Milan 1-1: partita viziata

Ci sono partite viziate dalle cattive condizioni del campo; altre dalla stanchezza degli impegni di coppa. Poi ci sono partite viziate dalle assenze di...
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Tutta colpa di Badelj (oltre che di Montella)

Dopo Montella – condannato dal suo indifendibile score fatto di moltissime sconfitte e pochissime vittorie – l’altra vittima del nuovo corso viola pare sia Milan Badelj, che Iachini ha escluso dalla formazione di Bologna del turno precedente: formazione che, eccetto il regista croato, ricalca in tutto e per tutto quelle messe in campo dal suo predecessore. Simile è apparsa, purtroppo, anche la ratio che sottende alle sostituzioni. Insomma, pare proprio che in questa Fiorentina smarrita, per correre ai ripari sia sia scelto di sacrificare chi, più degli altri, perseguiva l’obiettivo del risultato attraverso il gioco.

È chiaro che qualunque analisi fatta senza poter assistere agli allenamenti e conoscere le condizioni dei giocatori appare viziata; ancor più nell’impossibilità di percepire le dinamiche dello spogliatoio – capire cioè il grado di coesione del gruppo, che continuo a credere sia la maggiore criticità presente nella rosa (al netto della sua incompletezza, il tasso tecnico dei singoli è tale da non giustificare questo rendimento: credo ancora che la principale colpa di Montella sia circoscrivibile proprio alla gestione dei giocatori).

È chiaro anche che Iachini non poteva in una sola settimana invertire il trend negativo della squadra. Ma la rinuncia al gioco che ho visto a Bologna mi fa suonare un campanello d’allarme. Perché al netto del gol casuale di Benassi, tutto fa pensare che la Fiorentina avrebbe continuato con il medesimo atteggiamento anche se solo per difendere il pareggio; e senza mettere nel conto il (bel) gol di Orsolini, perché anche i tre punti non avrebbero cambiato il mio giudizio sulla partita.

Giudico Badelj un ottimo regista, anche se non nel momento top della sua carriera; uno di quei giocatori che, per rendere al meglio, hanno bisogno di avere attorno centrocampisti dinamici in grado di liberarsi per ricevere i suoi passaggi. Sarei curioso di vedere “il” Pizzarro di qualche anno fa, o Pirlo o Pjanic nel vuoto cosmico che lo circonda (Pulgar irriconoscibile, Dalbert e Lirola nascosti, Benassi mai pervenuto anche se è l’unico che segna, Castrovilli lontano 40 metri) e giudicare il loro apporto alla squadra. Certo: il croato non è Lucas Leiva, altrettanto tecnico ma maggiormente mobile; ma soprattutto il centrocampo della Fiorentina non è quello della Lazio, per non parlare della Juventus. Però è innegabile che senza Badelj, la Fiorentina non riesce a fare più di due passaggi di fila, ed il suo possesso palla precipita a livelli che ben rappresentano la sofferenza della difesa.

Senza entrare nel loop della critica per la critica, sono preoccupato di questo approccio. Giocare con grinta non significa necessariamente calciare la palla a caso in avanti e sperare in un contropiede; e nemmeno uscire dal campo con mezza squadra ammonita. E, se questa è la strada intrapresa, dubito che gli acquisti gennaio – quali siano – possano risolvere il problema di una squadra che manca, oltre che di tecnica, di personalità. E, come sempre, spero che i fatti mi smentiscano clamorosamente. A partire dalla sfida con la SPAL, che a metà campionato, si configura già come uno spareggio-salvezza.