Il weekend di Le Mans ha impegnato Valentino Rossi non solo come pilota, ma anche come team manager. La sua scuderia VR46 ha fatto un passo importante per definire il 2022, chiudendo la trattativa con Yamaha e trovando l’accordo definitivo con Ducati. Secondo l’indiscrezione de “La Gazzetta dello Sport”, il team del campione pesarese e la casa bolognese hanno definito tutti i dettagli. Nei prossimi giorni arriverà la firma, ma per l’annuncio dovremo aspettare il GP di Catalogna. Per Rossi rappresenta un “ritorno al futuro”: il “Dottore” aveva corso con Ducati nel 2011 e nel 2012, con risultati deludenti. Ora le due parti si ritrovano, con una veste nuova.
Quale motorizzazione avrà il team VR46?
VR46: perché Ducati e non Yamaha?
Tutti gli indizi portavano ad un affare tra VR46 e Yamaha, ma alla fine non è andata così. Secondo la Gazzetta una trattativa con la casa nipponica effettivamente c’è stata, ma non si è tradotta poi con una firma. Il team voleva due moto factory, e Yamaha era disposta a darle, con una richiesta economica ragionevole: parliamo di 5 milioni di euro a stagione. La cosa non deve aver fatto piacere a Petronas, che di euro ne paga 9 milioni per una M1 Factory ed una ufficiale…del 2019! Tornando al team di Rossi, l’affarone alla fine è saltato. Motivo? Non hanno trovato la quadra sui piloti. Yamaha ha chiesto di poter concordare i nomi, anche stranieri, mentre il principio della squadra è di dare una chance ai giovani italiani, provenienti dalla Academy. Di qui la scelta di Ducati, che sul fronte dei rider ha però le sue grane.
Il nodo piloti
La casa di Borgo Panigale deve sistemare Enea Bastianini, pilota sotto contratto con la casa e attualmente in Avintia. La scuderia di Raul Romero toglierà il disturbo alla fine del 2021, e ha già firmato con VR46 per la cessione del suo slot in griglia. Quest’ultima vuole confermare Luca Marini e promuovere Marco Bezzecchi, quindi non c’è posto per il “Bestia”. A questo punto, la exit strategy è convincere il Gresini Racing ad accordarsi per gestire altre due Desmosedici, ed imporre l’ingaggio di Bastianini al fianco del già promosso Fabio Di Giannantonio. Ma qui c’è l’ostacolo di Aprilia, che avrebbe offerto al team del compianto Fausto due moto ufficiali a 3 milioni l’anno, contro i 5 cheisti da Ducati per una moto 2022 ed una 2021. La questione è quindi aperta, e sarà interessante vedere come si evolverà.
Ducati in dialogo con Gresini e VR46