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Will Power: scoperta la causa del guasto di Detroit

La gara 1 di Detroit è una di quelle corse che Will Power si ricorderà per un bel pezzo. Al termine di una gara molto accorta, l’australiano di casa Penske stava per riportare la formazione del “Capitano” alla vittoria, cosa che in questa stagione non è ancora capitata. Ma a cinque giri dalla fine, una bandiera rossa ha rimesso tutto in discussione. Alla ripartenza, la Dallara Chevy dell’iridato 2014 non voleva sapere di riaccendersi! I meccanici hanno provato più e più volte a far ripartire il motore, ma niente da fare. Power deve abbandonare la gara sul più bello: le immagini televisive hanno tutta la sua rabbia, mentre inveiva contro la direzione gara. Ma cosa gli è successo? La squadra Penske ha concluso le indagini sulle origini del guasto: vi sveliamo tutto in questo articolo.


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Cosa si è rotto sulla macchina di Will Power a Detroit?

Diciamo subito che il mancato avvio del motore Chevy è dovuto ad un improvviso guasto alla centralina. Durante le fasi del restart, i meccanici Penske hanno anche provato una sostituzione, salvo poi rinunciarvi per motivi di tempo. Inizialmente, la rottura del “cervello” della macchina è stata attribuita al caldo, considerando che la ECU è sotto il cofano motore, e che a Belle Isle si è corso con una temperatura ed un tasso di umidità elevati. Tuttavia, ad un esame più approfondito, la squadra ha scoperto che il caldo non c’entra nulla con il tilt dell’unità. Dopo il ritiro, Power ha contestato la direzione gara per la scelta della bandiera rossa, ma allo stato attuale, dovrà forse ritrattare. Ma allora, cosa è andato storto?

Le ragioni del tilt

L’esame approfondito ha rivelato che l’origine del problema è più struttuale. Pare infatti che la ECU della monoposto numero 12 sia andata improvvisamente in “boot mode”, ossia ha rifiutato l’avvio perché c’era qualcosa che non andava. Per comprendere meglio, pensate ad un PC quando una periferica non è funzionante: quando premete il pulsante, il computer si alimenta ma non si accende. “Quando Will è rientrato ai box e ha spento la macchina“, ha raccontato a Racer il managing director del team Penske, Ron Ruzewski, “ci siamo accorti che la sequenza di spegnimento era diversa dal solito. Se la sequenza non segue il suo ordine, la centralina può confondersi ed entrare in tale modalità, proprio come fa un PC quando non gli piace qualcosa“. Ma con una differenza: se accade con un PC, bestemmiate per aver perso una giornata di lavoro, ma se accade su una IndyCar, perdete una gara intera! E bestemmiate il doppio.

Will Power si può consolare: il problema non è nuovo

Tra le altre cose, il problema che Power ha subito non è neanche una novità. Pare infatti che la ECU della IndyCar sia soggetta a questo tipo d’inconvenienti. Un precedente risale alla 300 miglia del Texas dello scorso anno, quando Ryan Hunter Reay non è riuscito a riavviare il motore dopo un pit stop. Anche il quel caso, la ECU era entrata in boot mode, lasciando a piedi il pilota Andretti. Per ovviare al problema, la Cosworth aveva raccomandato di cambiare la sequenza logica dell’IPS, ossia il sistema che gestisce l’impianto elettrico della vettura. Gli ingegneri hanno spiegato che questa correzione serve a garantire la procedura corretta di avviamento e spegnimento. Senza di esso, la ECU va in confusione si disattiva. I fatti di Detroit dimostrano che la nuova sequenza logica non ha aiutato a risolvere il problema, che si è ripresentato. La IndyCar adotta la centralina elettronica di un unico produttore, la McLaren. La Cosworth fornisce i sistemi di acquisizione dati, fornendo la relativa assistenza tecnica.

Immagine in evidenza di Team Penske, per gentile concessione