Una partita intensa contro uno dei tennisti più in forma del circuito Nick Kyrgios, forte, con una grande battuta e una prima di servizio che arriva costantemente fra i 210 e i 220 km orari. Eppure Novak Djokovic, ha dimostrato per l’ennesima volta di avere una costanza e una freddezza nei momenti più difficili che lo hanno portato a vincere il suo settimo Wimbledon , raggiungendo così Pete Sampras.
Come ha giocato Nick Kyrgios?
Nella finale Kyrgios ha dimostrato forse di essere più pericoloso ancora, perché se fosse riuscito nel secondo set a recuperare il break subito nel quarto game quando ha avuto 4 pallebreak, e tre consecutive sul 5-3 e servizio Djoko, quel set sarebbe andato tiebreak, come il quarto. Kyrgios ha fallito nei momenti chiave della partita, ad esempio nel terzo set quando sul 4 pari si è mangiato un vantaggio di 40-0 (che si era procurato con l’ace n.21 e n.22) commettendo errori e un doppio fallo per prendersela stupidamente con il suo team nel suo box quando ovviamente le responsabilità erano tutte soltanto sue.
Wimbledon: Novak Djokovic
Djokovic alza la percentuale delle prime, migliora la fase difensiva e azzera (o quasi) gli errori non forzati. Aggiudicandosi la finale dei Championships n.139 al terzo match-point del tie-break del quarto set (46 63 64 76(3)). Un epilogo che allunga la sua striscia d’imbattibilità sulla nobile erba londinese a 28 incontri, salendo a 86 vittorie (e 10 sconfitte) nelle sue 17 partecipazioni di fila.
Wimbledon: le parole di Novak dopo la vittoria
“Nick tornerai in finale, qui e altrove. Hai dimostrato di essere tra i migliori al mondo. Ti rispetto tanto, hai un talento incredibile. Tutto sembra andare nella giusta direzione. Non avrei mai pensato di dire queste cose carine su di te, abbiamo una ‘bromance’. Ha perso per farsi offrire la cena. E’ l’inizio di una grande amicizia. Ho perso le parole per dire cosa significa per me Wimbledon, sarà sempre il mio torneo preferito. Ho iniziato a giocare a tennis grazie a Sampras. Ogni volta Wimbledon ha un significato più importante“.
Gli Slam
Djokovic raggiunge William Renshaw e Pete Sampras sul secondo gradino dello speciale podio dei trionfi all’All England Club (7), dietro al solo Roger Federer (8). Staccato oggi, di contro, nel conteggio degli Slam: lo svizzero, fermo per infortunio da un più di un anno, ha vinto 20 Slam, Djokovic 21 (89esima vittoria di un torneo del circuito), uno in meno di Rafa Nadal.
Flushing Meadows
Novak molto probabilmente non sarà negli Stati Uniti, anche se spera che qualcosa possa cambiare, ecco le sue parole: Vediamo se arriva qualche buona notizia dagli Stati Uniti, se mi sarà consentito di giocare a Flushing Meadows anche se non ho intenzione di vaccinarmi. Potrebbero cambiare idea, darmi un’esenzione… ma riguardo alla mia futura programmazione ne parlerò con Goran Ivanisevic nei prossimi giorni. Non ho intenzione di andare a caccia di punti nei tornei… Voglio concentrarmi sugli Slam, sui Masters 1000 che potrò giocare (Shanghai e Bercy al momento…), forse giocherò la Laver Cup, la Davis perché adoro giocare per il mio Paese, e poiché il mio manager (Dodo Artaldi) mi ha detto che avendo vinto uno Slam basta che io sia compreso fra i primi 20 del mondo nella race per poter giocare le finali ATP a Torino, penso che dovrei farcela a essere lì”.
Le norme Americane
Considerando le norme vigenti negli Stati Uniti, che obbligano i viaggiatori a presentare un ciclo vaccinale completo alla frontiera, il serbo non avrebbe la possibilità di partecipare ai Masters 1000 americani e, sopratutto, di raggiungere New York. Secondo le informazioni in possesso del quotidiano britannico The Telegraph, le autorità americane non hanno alcuna intenzione di allentare le condizioni di accesso nei prossimi mesi.