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Wolff-Mercedes: il Team Principal pensa alla difesa della squadra

Il legame Toto Wolff-Mercedes è sempre più stretto in Formula 1. Infatti Wolff ha sottolineato l’importanza di fungere da scudo nel momento in cui dall’esterno arrivano attacchi nei confronti dei membri della squadra. Naturalmente il team è sempre sotto gli occhi del ciclone per via dei Mondiali consecutivi vinti dal suo pilota più rappresentativo Lewis Hamilton. La nuova stagione si preannuncia ricca di sorprese con l’arrivo di George Russell che può essere di aiuto per il collega. Albon invece approderà alla Williams e prenderà il posto proprio di Russell.


George Russell: il pilota racconta il suo passato recente


Wolff-Mercedes: cosa è successo in Azerbaijan?

Il numero uno della Mercedes Toto Wolff ha sottolineato nel corso di un’intervista concessa al quotidiano Frankfurter Allgemeine che il team punterà a fare fronte comune per i propri piloti e inoltre ha rievocato un episodio avvenuto nel convulso fine settimana di Baku nel 2017. In Azerbaijan in quell’occasione Sebastian Vettel in regime di Safety Car diede una ruotata a Lewis Hamilton, reo agli occhi dell’allora pilota Ferrari di avere effettuato un “brake-test”, cioè una frenata improvvisa per coglierlo di sorpresa in regime di Safety Car. Il pilota Tedesco venne penalizzato per quella condotta, con Hamilton che sembrava dunque essere destinato ad una vittoria molto importante in una fase difficile per la Mercedes in quel momento della stagione. Parte dell’abitacolo di Lewis Hamilton, però, ha iniziato a vibrare vistosamente costringendo il pilota Inglese alla sosta ai box per effettuare la riparazione, un pit che fece sfumare i sogni di gloria (all’ottavo posto) per la gioia di Daniel Ricciardo, vincitore al volante della Red Bull davanti a Valtteri Bottas e a Lance Stroll, al primo podio in carriera in F1 con la Williams.

Wolff: che cosa ha detto il Ceo?

Sull’argomento Azerbaijan e su cosa significhi rappresentare la Mercedes Wolff dice: “Durante le interviste sono stato incalzato dai media su quale fosse stato l’errore che aveva portato alla sosta supplementare per Hamilton. Oppure come era stato possibile perdere una vittoria per un inconveniente del genere? Chi era il responsabile? queste erano le domande che mi venivano rivolte. In quei momenti avverto immediatamente l’istinto protettivo che è in me. In Mercedes siamo come una tribù e tutti vengono protetti, anche i più deboli o coloro che improvvisamente finiscono sotto accusa”. Wolff ammette che quello è l’unico nervo scoperto che rischia di portarlo ad esternazioni o comportamenti inopportuni: “È l’unico aspetto che mi può mettere veramente a disagio, chi porta questo genere di attacchi ai miei occhi oltrepassa un limite che non va varcato. Fin da quando ero ragazzino per me proteggere gli altri è sempre stata una priorità”.

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