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Zlatan Ibrahimovic è Highlander

Con una rovesciata a meno di dieci minuti dal termine, sul campo della Dacia Arena di Udine, Zlatan Ibrahimovic regala la vittoria al Milan che così rimane in vetta alla classifica della Seria A italiana. A ruota dei rossoneri seguono a due punti il sorprendente Sassuolo di De Zerbi, vittorioso al San Paolo di Napoli per due reti a zero. A quattro punti rimangono invece la Juve del ritrovato Ronaldo e l’Atalanta di Gasperini, entrambi vittoriose su due matricole della nostra divisione, Spezia e Crotone.

Zlatan intramontabile

Quando Ibrahimovic se ne era andato a giocare negli States, con la maglia dei Galaxy di Los Angeles, pensavamo ormai tutti di averlo perso per sempre. Così come è stato per tanti Campioni del passato: da Pelè a Beckenbauer o per i campioni più attuali, da Beckham a Henry, da Kakà a Pirlo, da Villa a Gerrard, ci immaginavamo che per Zlatan Ibrahimovic si fossero chiuse le porte del calcio che conta. Invece lo svedese è ritornato al Milan e in Italia, per fare tornare grandi lui e i rossoneri.

Inizialmente, il suo ritorno al Milan, pareva a tutti una mossa di marketing per ravvivare l’amorfo ambiente rossonero, ma poi si è visto che con lo svedese in campo la squadra di Pioli ha cambiato totalmente pelle. Giocatori che parevano ormai persi come Kessie, Calhanoglou, con l’arrivo di Zlatan Ibrahimovic, hanno cominciato a essere determinanti sul campo e il Milan, da giugno, in Italia, ha iniziato a volare. A Udine, contro la squadra di Gotti, Zlatan Ibrahimovic, ha siglato un gol e offerto un assist al redivivo Kessie. Da gennaio, da quando è sbarcato a Milano, lo svedese ha preso parte a 23 gol dei rossoneri, con 17 gol e sei assist. Numeri impressionanti a pensare a un giocatore che da poco meno di un mese ha compiuto le trentanove primavere (8 ottobre).

Zlatan Ibrahimovic, un Pallone d’Oro, lo avrebbe probabilmente meritato.

Pioli artefice del momento magico rossonero

Quando Pioli era arrivato al Milan per sostituire Giampaolo, tutti storsero un po’ il naso. L’ex tecnico di Fiorentina e Lazio, aveva poco appeal, ora il tecnico rossonero è al ventiquattresimo risultato utile consecutivo con il Diavolo. L’ultima sconfitta in Campionato per il Milan risale a quel pomeriggio dell’8 marzo, quando a porte chiuse i rossoneri persero a San Siro contro il Genoa di Davide Nicola per due reti a una. Da sottolineare che da quando è incominciato questo anomalo torneo, il Milan è sempre stata la prima squadra ad andare in vantaggio.

Che il Milan sia una realtà della nostra Serie A ora tutti lo pensano. Ma ad inizio torneo, tra le cosiddette Sette Sorelle, il Diavolo pareva avere il complesso meno adeguato e meno attrezzato per affrontare questa stagione 2020/21. Non convinceva l’attacco con il vecchio Ibrahimovic, e Leao o Rebic a supporto. In difesa Kjaer sembrava il grande ripiego. E il centrocampo con Kessie, Bennacer, Saalesmakers… era considerato alla strenua di un reparto normale, senza né arte né parte. Ora, invece, di questo Milan, si dice che sia una macchina quasi perfetta e che, a differenza di altre squadre, ha la grande capacità di trovare il gol, in qualsiasi parte della gara. Staremo a vedere cosa potrà succedere nelle prossime giornate. Che ci sia entusiasmo nell’ambiente rossonero è certo, che si possa arrivare in fondo fino a fine stagione è la Grande Speranza.

Il marziano è ritornato sul campo

Cento e ventisei secondi sono bastati al fenomeno di Madeira, per far capire che con lui in campo la Juve è di tutta un’altra pasta. La squadra di Pirlo giocava solamente contro lo Spezia, è vero. Ma questa Juventus aveva patito con il Verona di Juric tra le mura amiche e a Crotone, con la matricola di Giovannino Stroppa, che solo contro la Juve ha ottenuto il suo unico punto in Campionato. Con Ronaldo in campo è sicuramente un’altra Juve.

I bianconeri per ritornare quella squadra che incute terrore ai suoi avversari, solo a nominarla, hanno bisogno del suo fuoriclasse. Dybala continua inspiegabilmente a essere un corpo estraneo alla squadra e Kulusevski deve trovare la giusta continuità. Inoltre Pirlo deve dare una quadratura ai suoi reparti. Con un Morata in questa condizione, il Campione del Mondo, dovrebbe anche trovare un modulo in cui lo spagnolo possa giocare da titolare. L’ex Real e Atletico Madrid, ovvio, non può bastare a Pirlo per far diventare la sua Juve quel top club d’Europa che tanto si auspica la dirigenza bianconera. Ma con il supporto dei tanti Campioni a disposizione, questa squadra ha sicuramente tutti i mezzi a disposizione, per vincere su ogni rettangolo di gioco del pianeta. Ronaldo, Dybala, Morata, Kulusevski, Chiesa, non è che li abbiano proprio tutti.

L’Inter non cambia mai

Come la scorsa stagione Inter-Parma è finita 2-2. E come da cinque stagioni l’Inter non riesce a battere a San Siro la squadra gialloblu. Ma se lo scorso anno i nerazzurri erano passati in vantaggio con Candreva per poi farsi recuperare da Karamoh e sorpassare da Gervinho, questa volta, la squadra di Conte, ha fatto addirittura peggio, andando sotto di due gol e rischiando seriamente la sconfitta. I nerazzurri possono recriminare su un presunto fallo da rigore su Perisic, ma fatto sta che questa Inter sta trovando troppe difficoltà per trovare i tre punti.

Contro la Fiorentina è arrivata una vittoria rocambolesca, contro una Lazio in ridotta in dieci non ha vinto e contro il Milan ha perso. E in Champions pur facendo la partita non è andata più in là di due pareggi (Borussia Monchengladbach e Shakhtar). Contro la squadra di Liverani mancava Lukaku, ma i nerazzurri non devono trovare alibi per le mancate vittorie. La rosa a disposizione è di tutto rispetto. Forse a Conte manca una quarta punta di livello, ma di giocatori buoni, da pescare nella rosa nerazzurra, il salentino, ne ha in abbondanza.

Il laboratorio di De Zerbi

A sorpresa la squadra di De Zerbi si trova al secondo posto in classifica. Ma non sorprende il fatto che il Sassuolo giochi un gran calcio e mostri molto talento in campo. Gli emiliani, al San Paolo, sono scesi sul terreno di gioco senza i suoi due giocatori più rappresentativi: Berardi e Caputo, ma i Locatelli, i Boga, i Maxime Lopez, hanno saputo supplire alla mancanza dei due gioielli di casa Mapei. Il tecnico bresciano ha a disposizione una rosa ampissima con giocatori di indubbio talento.

Al San Paolo, per esempio, abbiamo potuto apprezzare l’estro del giovanissimo Raspadori, classe 2000, che non ha certo sfigurato dinanzi ai Koulibaly e ai Manolas. Se De Zerbi riuscirà a far giocare i suoi giocatori ai ritmi che competono alla Serie A, questa squadra potrebbe rappresentare la vera mina vagante del Campionato. Ricordiamo a luglio come il Sassuolo mise sotto la Juve di Sarri. La squadra è più o meno la stessa. Carnevali ha tenuto i vari Berardi, Caputo, Djuricic, Boga, Locatelli… e in più da Marsiglia è arrivato in prestito, con diritto di riscatto, un talento come il franco algerino Maxime Lopez. Occhio!