La BMW vince la 24 ore del Nurburgring, disputatasi sabato e domenica scorsi. La pandemia ha comportato lo slittamento della classica del Nordschleife, che generalmente si svolge a maggio. Ma Giove Pluvio non se n’è accorto, ed ha accolto i 97 partecipanti con pioggia scrosciante e temperature rigide. Il classico clima dell’Eifel, che tra l’altro comporta una lunga bandiera rossa (ben 9 ore!) nel corso della notte, a causa di un acquazzone che non permette alla pista di drenare.
In queste condizioni difficili, in cui si alternavano condizioni di asciutto a quelle di bagnato, la Rowe Racing porta in trionfo la casa dell’Elica per la prima volta dopo dieci anni. La M6 GT3, in odor di pensione (durante il GP di Stiria della MotoGP il costruttore ha presentato la nuova macchina derivata dalla prossima generazione della M4), batte le Audi e Mercedes ufficiali, nonché la Porsche. A determinare il successo dell’equipaggio di Alexander Sims, Nick Catsburg, Nick Yelloly e Phillip Eng sono, oltre le condizioni della pista, gli errori di strategia degli avversari.
Erroi che costano la vittoria alla’Audi della Car Collection, giunta seconda al traguardo. La vettura numero 3 di Mirko Bortolotti, Robijn Fins, Christopher Haase e Dries Vanthoor si gira a 40 minuti dal termine (con Vanthoor al volante), perdendo tempo prezioso.
Ma l’errore fatale è quello strategico: alle 14, uno scroscio di pioggia non previsto allaga la pista. Rowe Racing e l’altra Audi del team Phoenix rientrano subito per passare alla gomme rain, mentre la Car Collection rimane un giro di troppo con le slick. L’errore costa ben 50 minuti alla scuderia ufficiale dei Quattro Anelli, di cui dieci recuperati da un Haase in modalità full attack. Ma il danno è fatto.
A completare il podio ci pensa un’altra “vecchia” BMW, quella ufficiale dello Schnitzer Motorsport. Augusto Farfus, Jens Klingmann, Martin Tomczyk e Sheldon Van Der Linde sono in lizza per la vittoria fino a quando devono scontare una penalità per aver fatto una sosta ai box inferiore al tempo minimo.
Suicidio Mercedes
La pioggia favorisce non poco la Mercedes, la cui AMG GT3 è particolarmente a suo agio in condizioni estreme. Ma una serie di errori, dei piloti e del muretto box, trasformano una potenziale passerella in una Caporetto per la Stella a tre punte.
Nelle fasi inziali, la AMG GT3 numero 4 del Team HRT battaglia per le posizioni di vertice, fino a quando non si arriva alla sera di sabato. E lì, comincia la loro spirale discendente.
Manuel Metzger, che corre con Luca Stolz, Maro Engel e Adam Christodolou, si schianta alla celeberrima curva del Karussel per un fatale errore strategico. Il tedesco alla sosta precedente decide di montare le gomme intermedie, ma le condizioni erano da full wet. Manuel se ne accorge soltanto all’arrivo al Karussel, dove impatta contro le barriere.
Stesso destino, ma in circostanze diverse, per la numero 9 del GetSpeed. Raffaele Marciello, che condivide il volante con Maximillian Buhk, Maxi Gotz e Fabian Schiller, si gira all’Adenauer Forst per poi picchiare le barriere alla Kallenhard. La sensazione è che il secondo urto sia causato da un danno provocato dal primo.
Al momento dell’incidente di Marciello, le condizioni meteo sono già deteriorate. La pioggia cade talmente forte da impedire al sistema di drenaggio del circuito di funzionare correttamente. Alle 22.30, la direzione gara espone la bandiera rossa.
Durante la lunghissima pausa (nove ore!), i meccanici della GetSpeed riparano i danni, riuscendo a rimetterla in pista alla ripartenza della domenica mattina. Schiller prende il volante per recuperare parte dell’enorme distacco rimediato. Ma un errore nelle ore conclusive mette definitivamente la parola fine alla loro gara.
Porsche ha perso la 24 ore del Nurburgring in partenza?
Oltre ad Audi e Mercedes, la grande sconfitta della 24 ore del Nurburgring è la Porsche. E la sensazione è che la loro debacle sia addirittura antecedente alla partenza.
Dopo la 24 ore di Le Mans, tre meccanici della squadra ufficiale sono risultati positivi al coronavirus. La casa di Weissach, per prudenza, ha messo in quarantena l’intera formazione, ivi compresi i piloti. Ai team supportati sono mancati l’appoggio di piloti validissimi come Richard Lietz e Frederic Makowiecki, sempre molto efficaci al Ring. I porschisti si sono dovuti arrangiare con quello che avevano, e lo hanno fatto anche bene.
La migliore delle 911 GT3R è stata la numero 31 del Frikadelli Racing. la formazione tedesca, con Maxime Martin, Mathieu Jaminet, Lance David Arnold e Michael Kern conclude la corsa al sesto posto assoluto. Il merito va soprattutto al francese Jaminet, davvero a suo agio in condizioni di asfalto precario. La vettura è in lizza per il podio fino alla penalità, inflitta a seguito di un contatto di Jaminet con Phillip Eng.
Non arriva invece al traguardo la 911 del KCMG. La vettura numero 19 di Alexandre Imperatori, Josh Burdon, Dennis Olsen e Edoardo Liberati è costretta al ritiro dopo che “Edo” colpisce involontariamente la BMW M2 CS dell’Adrenalin Motorsport (che tra i piloti conta l’asso del WTCR Tom Coronel). Con quasi 100 vetture iscritte, di classi e potenze diverse, i contatti sono dietro l’angolo.
La scuderia hongkonghese rischia di perdere anche la seconda 911 iscritta, la numero 18. Earl Bamber, Timo Bernhard, Jorg Bergmeister ed Olsen forano a mezzogiorno per un contatto. Rientrata ai box, riesce a risalire fino alla 13esima posizione, grazie a stint fenomenali dei due “pensionati” Bernhard e Bergmeister.
Delude invece il Falken Motorsport, il quale appare fin dall’inizio non in grado di reggere il ritmo dei migliori. le due vetture equipaggiate (e sponsorizzate) dalle coperture giapponesi finiscono decima e undicesima rispettivamente.
La Porsche esce dall’Eifel con le ossa rotte, ma almeno arriva la vittoria nella classe Pro Am. La numero 25 della Huber Motorsport, guidata da Marco Holzer, Nico Menzel, Patrick Kolb e Lorenzo Rocco di Torrepadula batte l’Audi R8 numero 7 della Car Collection, guidata da Milan Dontje, Miroslav Konopka, Patrick Niederhauser e Mike David Ortmann.
Gli altri protagonisti
Alla 24 ore del Nurburgring non mancavano le case italiane, con Lamborghini presente in forma ufficiale, e Ferrari rappresentata in forma indipendente.
La 488 GT3 numero 26 della Octane126 sembra promettere bene. Jonathan Hirschi arriva addirittura davanti a tutti alla prima curva, subito dopo la partenza. Ma l’inconsistenza delle gomme Goodyear costa cara all’equipaggio non ufficiale del Cavallino Rampante. Già dopo un’ora, Hirschi, coadiuvato da Simon Trummer, Bjorn Grosmann e Luca Ludwig precipitano in 26esima piazza. Alla fine concludono tra i primi venti, ma a sei giri dalla vetta.
La 24 ore del Nurburgring è amara anche per la Lamborghini, che a differenza di Ferrari è presente in forma ufficiale. La Huracan della Konrad Motorsport numero 21 è velocissima specie sul bagnato, ma soffre di problemi di affidabilità. Marco Mapelli, Axcil Jeffries, Franck Perera e Michele di Martino si ferma dopo le prime due ore con il motore KO. Perera, al volante al momento della rottura, ci mette un po’ per capirlo, con il risultato di inondare di olio mezzo tracciato. Già non bastava la pioggia…
Il fattore gomme incide anche sulle prestazioni della Walkenhorst Motorsport, gommata Yokohama. La BMW M6 GT3 di Mikkel Jensen, Christiano Krognes, David Pittard e Jordan Pepper pagano la scarsa competitività delle coperture giapponesi in condizioni di bagnato, a differenza dell’asciutto dove se la giocano alla pari con le dominanti Dunlop e Michelin.
Al termine della gara, diverse vetture sono state squalificate per non aver rispettato i tempi minimi dei turni di guida. Le esclusioni non influenzano la classifica nei suoi vertici, ma vanno a colpire delle squadre che hanno un certo peso: nella lista dei “condannati”, per esempio, finisce la Porsche del Frikadelli Racing, la numero 30 di Klaus Abbelen, Norbert Siedler, Alex Muller e Robert Renauer.
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