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Fiorentina-Milan 1-1: partita viziata

Ci sono partite viziate dalle cattive condizioni del campo; altre dalla stanchezza degli impegni di coppa. Poi ci sono partite viziate dalle assenze di...
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Quando i migliori in campo sono i portieri

Quando i migliori in campo sono i portieri ed entrambe le squadre possono recriminare sul pareggio ottenuto, qualcosa non è andato per il verso giusto. Iachini sceglie Cutrone accanto a Chiesa in attacco, e a sinistra sostituisce Dalbert con Venuti, difensore con caratteristiche diverse, meno votato all’attacco e soprattutto non mancino.

Le squadre osservano un minuto di silenzio per ricordare Narciso Parigi, poi è la Fiorentina che parte forte con i suoi due uomini migliori: Castrovilli e Chiesa. Un paio di giocate che valgono il prezzo del biglietto, e il gol sembra arrivare da un momento all’altro.

Il Genoa gioca di rimessa, intasando centrocampo e fasce – Behrami in marcatura fissa su Castrovilli non si fa scrupolo di usare le maniere forti, ma alla fine non risulterà neppure ammonito. Il suo gioco si basa sui lanci lunghi in cerca di Pandev e il possente Favilli. È lui che, complice la giornata orribile del peggiore tra i viola, Pezzella, fugge in area e viene atterrato: calcio di rigore e ammonizione per il capitano viola.

È il minuto 13 quando Criscito calcia dal dischetto: il minuto nel quale ogni domenica i tifosi viola ricordano Astori. Il capitano del Genoa calcia tra gli applausi dedicati al giocatore scomparso, e Dragowski fa quello che i 33.000 sugli spalti si aspettano da lui, respingendo il tiro. Potrebbe essere la svolta della partita, ma il gioco resta spezzettato: altre belle parate da parte di Perin, una traversa di Milenkovic su calcio d’angolo, poi due veri e propri miracoli del portiere viola, uno dei quali su maldestra respinta dello stesso Milenkovic involontariamente diretta in porta da distanza ravvicinata.

Al quarto d’ora della ripresa Castrovilli accusa giramenti di testa e viene sostituito: esce sulle sue gambe, ma prudentemente viene ricoverato per accertamenti. Al suo posto Eysseric, che si fa notare per un bel tiro ma soprattutto per il ritmo compassato con cui passeggia per il campo. Entra anche Vlahovic, che ha un ottimo impatto sulla partita; assieme a Chiesa cercano di dialogare e arrivano più volte al tiro, ma invano. Si rivede anche Maxi Olivera, terzino voluto a tutti i costi da Corvino, che ogni anno viene dato in prestito con diritto di riscatto, ma poi finisce sempre col tornare sempre alla base.

0-0 e tutti scontenti: Iachini perché in casa con l’ultima in classifica doveva vincere, Nicola perché il Genoa – oltre al rigore – ha avuto almeno tre occasioni strepitose vanificate da Dragowski. Un passo indietro per la Fiorentina: forse un po’ di stanchezza fisica data dal fatto che i titolari non hanno alternative; ma quello che continua a non convincere è il modo con cui Pulgar interpreta il ruolo di regista, e la posizione dei due interni, Castrovilli e Benassi.

Pulgar, nonostante giochi appena un passo davanti alla difesa, non detta mai il passaggio: contrasta, ma raramente aiuta i compagni ad impostare il gioco, lasciando a Pezzella e Milenkovic il compito di impostare. Castrovilli e Benassi giocano molto larghi sulle fasce: il risultato è che tra la mediana e l’attacco ci sono oltre cinquanta metri di vuoto – spazio occupato dalla squadra avversaria, che ha buon gioco nell’avere supremazia a centrocampo.

Quando è uscito Castrovilli, avrei pensato a Badelj in regia e all’avanzamento di Pulgar, così da avere in campo qualcuno in grado di dare geometrie al gioco, ma Iachini ha valutato diversamente, e non sapremo mai se sarebbe stata la mossa giusta. Avrei anche provato a  vincere mettendo dentro Sottil, magari al posto di Venuti (anziché Maxi Oliveira), facendo retrocedere sulla linea di difesa l’ottimo Lirola e giocando a quattro. Ma con i “se” e i “ma” non si fa la storia, solo le chiacchiere…

La Fiorentina si prende questo punto, consapevole che la strada è ancora lunga e che ci sarà ancora da soffrire. In attesa di novità dal fronte del mercato: con la squalifica di Milenkovic e Caceres (che erano in diffida), domenica prossima a Torino è già emergenza. E a centrocampo la coperta si fa sempre più corta.