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Beth Dobbin: la velocista più umile di Tokyo 2020

La Velocista Inglese Beth Dobbin ha amato da sempre l’Atletica, ma lo sport era solo la sua passione mentre si occupava di tutto il resto. Poi lo sport si è trasformato in un’opportunità per poter superare i propri limiti e da quel momento Beth ha vissuto l’Atletica come una sfida da vincere contro gli avversari ma soprattutto contro una parte di se stessa che non credeva che potesse diventare un’atleta professionista.


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Beth Dobbin: una velocista che ha lottato per affermarsi

La velocista Beth Dobbin ammette che non si sarebbe mai aspettata di essere un’atleta Olimpionica ma che ora è pronta a cogliere l’occasione. La rapida ascesa e la selezione per Tokyo della detentrice del record scozzese dei 200 metri l’ha lasciata incredula in vista dei Giochi che iniziano oggi 23 Luglio 2021. Si è destreggiata tra quattro lavori mentre era alla Loughborough University, inclusa quella di receptionist presso il centro ad alte prestazioni e non è stata finanziata prima di diventare campionessa Britannica dei 200 m nel 2018.

Beth Dobbin: che cosa ha detto l’atleta?

Dobbin che è stata anche inclusa nella staffetta 4x100m ha dichiarato: “Non mi sarei mai aspettata che mi succedesse. Cinque anni fa non ero neanche lontanamente vicina a far parte di una squadra Olimpica. Il mio record personale è stato di 23,94 secondi dopo aver rotto solo 24 secondi una volta. Ricordo di essermi sentita così lontana. A me andava bene e mi stavo solo godendo la mia atletica. Mi sembra un tale onore e ho lavorato così duramente. Non ci sono molte persone che diventano Olimpioniche nella vita di tutti i giorni, ci sono pochissime persone che possono definirsi un Olimpionico quindi non posso credere di essere una di quelle persone”.

Beth Dobbin: l’olimpiade d Londra 2012 è stato l’inizio del sogno

Beth continua dicendo: “È tutto ciò che ho sempre voluto da quando avevo nove anni. Ho visto Kelly Holmes vincere il doppio Oro ad Atene, da allora ne sono stata ossessionata. Nel 2012 ho comprato così tanti cimeli e avevo anche un album di figurine. Non credo di essermi persa un momento. Avevo una bandiera fuori dalla finestra, ho un sacco di tazze e piatti che dicono Londra 2012. Ho portato tutto con me all’Università e poi l’ho riportato indietro perché mi sono resa conto che questo era un po’ triste”. Gli altri suoi lavori mentre cercava di farcela erano la sicurezza a Loughborough, il controllo dei pass ai cancelli principali, l’andare a scuola per parlare di atletica e l’inserimento dei risultati per il sito Web Power of 10.

Dobbin: l’atleta punta alla finale

E Dobbin ora finalmente dice a se stessa di andare avanti perché ne vale la pena. Beth conclude dicendo: “Attaccate i dubbi. Non dimostrerete a nessuno che si sbagliano perché nessuno vi dice niente apertamente, ma probabilmente lottando dimostrerete agli altri che si sbagliavano. Ne vale sempre la pena, anche per rilanciare le vostre sicurezze. Io voglio solo correre bene, so come andrà ma voglio gareggiare al meglio delle mie capacità. Mi piacerebbe fare un record personale, non si può chiedere molto di più. Se questo mi porta alla semifinale o alla finale ne sarò felice. Finché mi sono esibita al meglio e ho reso giustizia ai miei sforzi”.

Pagina Twitter Tokyo 2020: https://twitter.com/tokyo2020