La stagione 2022 di MotoGP è cominciata alla grande. Si sono già corsi i Gran Premi del Qatar e dell’Indonesia, proprio quest’ultimo si è trascinato alcune polemiche riguardanti i protocolli d’approvazione dei circuiti. La MotoGP deve lavorare sulla sicurezza delle piste.
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La MotoGP deve lavorare sull’approvazione dei circuiti: cos’è successo dopo Mandalika?
Come è noto a tutti gli appassionati di MotoGP, il secondo Gran Premio dell’anno si è corso domenica 20 marzo sul circuito di Mandalika in Indonesia. Dire che è successo di tutto sarebbe riduttivo. La gara infatti è stata posticipata di un’ora e un quarto rispetto all’orario originale e tutto a causa di una pioggia torrenziale che si è abbattuta su Lombok e che ha allagato la pista, palco della gara. Gli organizzatori pur di permettere lo svolgimento del GP (assente da 25 anni), hanno convocato una sciamana della pioggia che camminando per la pit lane implorava il diluvio di smettere. L’acqua ha cessato di scendere poco più tardi e i piloti sono saliti in sella alle loro due ruote. Nonostante non cadesse più nemmeno una goccia, l’asfalto del circuito era in condizioni pessime: al passaggio dei piloti si sollevava.
Forse non era ancora bene asciutto, perché è necessario ricordare che hanno riasfaltato la pista di Mandalika solo a febbraio scorso, ma questa non è una scusa. Forse la MotoGP dovrebbe rivedere i protocolli di approvazione dei circuiti così da essere sempre sicura di non rischiare l’annullamento della gara o addirittura di nuocere alla salute dei corridori. Joan Mir ha detto: “Era tutto molto strano. Metà del circuito era riasfaltato, ma il fondo si stava ancora sollevando. Ma sono sicuro che l’anno prossimo tutto sarà in condizioni migliori”. Pol Espargaró ha aggiunto: “Ho finito con gli occhi pieni di pietre e sporcizia, e sono sicuro che l’organizzatore terrà conto di quello che è successo”. Si spera che il prossimo Gran Premio in Argentina sia più tranquillo di quello indonesiano.