La telenovela di Valentino Rossi ed il team Petronas potrebbe avere a breve un finale: infatti, le fonti riportano un possibile annuncio già in questo weekend a Barcellona. Il nove volte campione del mondo, dopo aver smentito in tutte le salse le voci di ritiro, ha raggiunto un accordo con la squadra satellite di Razlan Razali, e si prepara a comunicarlo in questi giorni. Il contratto è di un anno.
Come già annunciato a gennaio, Rossi avrà una Yamaha ufficiale al 100%, con il supporto diretto della casa madre.
Valentino Rossi, annuncio con Petronas, e poi il ritiro
Finisce così un tira e molla che durava da mesi, e che ha lasciato adito a mille speculazioni. Perché ci è voluto così tanto per la montagna a partorire questo topolino?
C’erano molti dettagli da sistemare. La prima questione è quella commerciale, legata più a Petronas che a Yamaha. Avere Valentino Rossi in squadra è un sogno per qualunque team/sponsor, e Petronas giustamente vuole sfruttare questa occasione fino in fondo.
La seconda questione è quella tecnica. Razali è stato chiaro fin dall’inizio con Rossi: non può portare con sé l’intero suo staff. Una scelta che a Vale non piaceva, essendo che è la squadra con cui ha corso praticamente tutta la carriera nella classe regina, vincendo sette dei suoi nove titoli mondiali.
Nei giorni scorsi, Razali è stato a Tavullia, a casa di Rossi. Secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport, nell’incontro le due parti hanno raggiunto un accordo. Valentino porterà con sé il capotecnico, David Munoz, il telemetrista Matteo Flamigni ed il “coach” Idalio Gavira. Già nelle scorse settimane, i legali delle rispettive parti si erano incontrate in Giappone alla sede della Yamaha, per trovare una quadra.
Si conferma, dunque, il quadro che si era già delineato in precedenza. L’unica novità è rappresentata dalla durata del contratto: dal biennale, o 1+1 ipotizzato, si passa al singolo anno. Il che significa che il Dottore, alla fine del 2021, probabilmente si ritirerà.
Un futuro da team manager
Rossi appenderà il casco al chiodo per dedicarsi ad un nuovo progetto: portare la sua squadra, il VR46, in MotoGP. L’obiettivo è quello di aggiudicarsi un posto nella classe regina nel 2022, prendendo il posto di Avintia Racing. Per ragioni economiche la Dorna limita i posti nella top class ad un massimo di 24 moto.
Il progetto del VR46 in MotoGP potrebbe andare avanti senza la Yamaha. Per regolamento ciascun costruttore può schierare non più di quattro moto, e la casa di Iwata ha già raggiunto tale limite. Le opzioni rimaste sono Suzuki e Aprilia, le uniche case che schierano solo due mezzi. Sembra difficile ipotizzare un legame con la casa veneta, che vuole ricostituire il team interno e proseguire allo stesso tempo il rapporto con Gresini, ben più probabile la strada di Hamamatsu. Anche perché il reparto corse è diretto da Davide Brivio, lo stesso Brivio che portò Rossi in Yamaha nel 2004.