Un campione come Marco Tardelli non si identifica soltanto per le maglie dei club che ha indossato in carriera (soprattutto la Juventus) ma per essere stato un vero e proprio patrimonio del calcio italiano, simbolo di una vittoria memorabile e indimenticabile come quella dei mondiali di Spagna del 1982. È passato alla storia ed è entrato nell’immaginario collettivo non solo per la sua rete del 2-0 in finale alla Germania Ovest (la partita sarebbe finita 3-1 per l’Italia) ma in particolar modo per il suo «urlo mondiale», quell’esultanza liberatoria che con lui condivise un’intera nazione che in quel momento stava festeggiando allo stadio e dinanzi ai teleschermi, pregustando quello che di lì a poco sarebbe stato il trionfo della Nazionale di Bearzot.
La vita di Marco Tardelli comincia il 24 settembre 1954 quando nasce a Careggine, un paesino della provincia di Lucca che si trova lungo l’Appennino Tosco-Emiliano. Quando è ancora un ragazzo parte per Pisa dove comincia a lavorare come cameriere in un locale di Piazza dei Miracoli, e nel frattempo coltiva la sua passione e il talento per il calcio con la squadra del San Martino, sostenendo diversi provini con Fiorentina, Milan e Bologna, nella speranza di poter avere la sua prima grande opportunità. Questa arriva quando viene notato e acquistato dal Pisa per 70mila lire.
Disputa quindi due campionati di Serie C con la maglia nerazzurra pisana, mettendo a segno anche quattro goal, un buon bottino per lui che non è di certo un attaccante. Nella stagione 1974-1975 approda al Como in cadetteria e sforna una serie di prestazioni di livello (arricchite da due reti in campionato) che lo fanno entrare nei radar delle grandi squadre della Serie A. La Juventus di Giampiero Boniperti è la più lesta nell’aggiudicarsi il giovane talento toscano, spendendo per il suo cartellino circa 950mila lire. E proprio con la compagine torinese Tardelli vive le fasi più brillanti e vincenti della sua carriera.
Marco Tardelli: gli anni d’oro con la Juventus e la carriera in Nazionale
Marco Tardelli gioca con la Juventus dal 1975 al 1985. La prima gara con la maglia bianconera risale al 27 agosto 1975 quando il tecnico Carlo Parola lo schiera in campo in Coppa Italia contro il Taranto, match vinto dalla formazione piemontese con il risultato di 2-0. Fin da subito viene soprannominato «Schizzo» e dal suo debutto diventa di fatto una colonna portante della squadra torinese, collezionando complessivamente 375 presenze e mettendo a segno 51 reti. Il suo primo goal arriva il 14 dicembre 1975 contro l’Inter e la sua esultanza sfrenata e colma di gioia sembra una sorta di preludio a quello che poi sarà il leggendario «urlo mondiale» del 1982.
Il suo palmares con la Juventus è praticamente completo: 5 scudetti, 2 Coppe Italia, una Coppa dei Campioni, una Supercoppa Europea e una Coppa delle Coppe. Purtroppo, per quanto riguarda il trionfo in quella che oggi si chiama Champions League, l’ex centrocampista ha sempre affermato che si tratta di un successo che non sente suo, che gli dà tanta tristezza perché giunto in finale contro il Liverpool e soprattutto durante la tragedia dell’Heysel che, poco prima dell’inizio del match, costò la vita a 39 persone innocenti.
La sfida di Coppa dei Campioni contro il Liverpool è anche l’ultima per il giocatore toscano con la Juventus. Infatti nel 1985 si trasferisce all’Inter, restandovi per due stagioni ma senza ripetere le copiose vittorie conquistate a Torino. Nel 1987 il campione del mondo 1982 fa il suo esordio nel campionato svizzero con il San Gallo, e al termine della stagione decide di lasciare il calcio giocato.
Marco Tardelli ha avuto un bellissimo rapporto con la Nazionale italiana. Ovviamente il suo nome resterà per sempre nella storia azzurra per quel mondiale conquistato al Bernabeu contro la Germania Ovest e per la sua rete del 2-0 con il magnifico «urlo» di gioia incontenibile che lo ha reso un mito intramontabile del nostro calcio. La prima esperienza con l’Italia risale al 7 aprile 1976 in un’amichevole vinta per 3-1 contro il Portogallo.
Italia-Germania 3-1: campioni del mondo!
L’ex centrocampista della Juventus ha partecipato a tre campionati del mondo (1978, 1982, 1986) e anche ad un campionato europeo nel 1980 tenutosi proprio in Italia. L’ultima presenza in azzurro invece è datata 25 settembre 1985 quando è in campo a Lecce nel corso di un’amichevole persa con la Norvegia. Nonostante ciò, rientra tra i convocati per il mondiale di Messico ’86 ma resta in panchina e non disputa alcun minuto durante la competizione.
Tardelli allenatore e opinionista
Dopo il ritiro dal calcio giocato, Marco Tardelli decide di iniziare la carriera da allenatore. Inizialmente è il vice di Cesare Maldini sia nella Nazionale Under 21 che in quella maggiore, poi conquista la medaglia d’oro nel ruolo di selezionatore dell’Under 23 per i Giochi del Mediterraneo. Nel 2000 ottiene anche un successo al termine dei campionati europei Under 21. La sua esperienza sulla panchina azzurra è positiva, mentre le cose cambiano con le squadre di club. Nel 2000-2001 viene ingaggiato dall’Inter ma si tratta di una parentesi da dimenticare: infatti (purtroppo per lui) passa alla storia per un derby perso clamorosamente contro il Milan con il risultato tennistico di 6-0.
Dopo altre brevi avventure con il Bari, la nazionale dell’Egitto e l’Arezzo, nel 2008 Giovanni Trapattoni lo vuole con sé come vice-allenatore dell’Irlanda, e insieme riescono a ridare lustro e a rilanciare il calcio irlandese. Terminata la collaborazione con il Trap, Tardelli preferisce lavorare come opinionista sportivo, infatti spesso è presente negli studi de La Domenica Sportiva. Nel 2016 pubblica la sua autobiografia «Tutto o niente-La mia storia», scritta insieme alla figlia Sara.