Andrea Iannone è condannato ad una squalifica per quattro anni. Il TAS di Losanna ha pubblicato oggi la sentenza in merito alla vicenda doping che ha coinvolto il pilota dell’Aprilia, scegliendo la linea dura. L’arbitrato internazionale ha accolto in toto la richiesta della WADA, l’agenzia mondiale antidoping, per la vicenda della positività al drostanolone. Respinte, dunque, le richieste della difesa e della Federazione Motociclistica internazionale, la quale voleva confermare la sospensione di 18 mesi.
La squalifica parte dal 1 novembre 2019, il giorno in cui viene accertata la positività del pilota di Vasto. La sospensione terminerà nel gennaio 2024, quando Andrea avrà 34 anni.
Perché Andrea Iannone si è beccato una squalifica di quattro anni?
Brevissimo riassunto delle puntate precedenti. Dopo il GP della Malesia 2019, Iannone risulta positivo al drostanolone, sostanza anabolizzante. Scatta la squalifica immediata, confermata poi dalla Corte d’Appello disciplinare della FIM.
La difesa del pilota dimostra che l’assunzione della sostanza è accidentale, e non volontaria. Il famigerato test del capello dimostra che il drostanolone è presente solo in tracce, e non in maniera sistematica. Si formula l’ipotesi della contaminazione alimentare, confermata tra l’altro dalla FIM nella sentenza di appello (che però lo condanna).
Iannone presenta ricorso al TAS di Losanna. Si mette in mezzo la WADA, la quale chiede una punizione esemplare: di qui i quattro anni di sospensione. Contaminazione o no, la procedura per gli anabolizzanti è la squalifica in automatico, senza eccezione alcuna. La speranza dei difensori è quella di far passare la tesi della contaminazione alimentare, per ridurre la pena a 12 mesi.
Le cose, però vanno diversamente. Nelle motivazioni della sentenza, pubblicate oggi, il TAS da ragione in pieno alla WADA. Ma le ragioni di tale decisioni sono allucinanti.
Leggendo il documento, infatti, emerge che l’arbitrato ammette la possibilità che l’assunzione della sostanza è stata accidentale, devono sentenziare come se sia stata volontaria. Il motivo sta nel fatto che la difesa non ha mostrato prove convincenti riguardo l’assunzione della sostanza per vie traverse. E per prove convincenti intendono il tipo di carne mangiato, il ristorante in cui è stata mangiata, quando è stata mangiata…
L’esito finale è paradossale: potresti essere innocente, ma ti condanniamo al massimo della pena come se fossi un criminale. Ma perché tanta severità? Una via di mezzo non si poteva?
Il destino di Iannone (e dell’Aprilia)
Dopo la squalifica (pesante), per Andrea Iannone la carriera è compromessa, se non addirittura finita. La battaglia legale potrebbe non finire qui, essendoci altre possibilità. Infatti, le sentenze del TAS sono impugnabili presso la Corte Federale della Svizzera. Ma sono in casi particolari, come ad esempio la mancanza di giurisdizione, o le violazioni delle norme del “giusto processo”. Non ci risulta che il caso Iannone rientri in queste situazioni.
Per Aprilia, l’esclusione di Iannone la obbliga a mettersi sul mercato. Con Andrea Dovizioso verso l’anno sabbatico, la sola scelta rimasta è Cal Crutchlow. L’inglese è senza dubbio veloce, ma in precarie condizioni fisiche. Non è la scelta ideale per la casa di Noale, la quale ha disperato bisogno di un pilota top.