Un Milan indiavolato batte sonoramente il Toro (0-7) al “Grande Torino” e si candida, assieme ad Atalanta e Napoli, a uno dei tre posti disponibili per la Champions. La Juventus vince anche lei a Reggio Emilia contro il Sassuolo (1-3), ma rossoneri e bergamaschi con una vittoria nel weekend su Cagliari e Genoa, sarebbero matematicamente nella prossima Champions League. Con la vittoria sul Bologna (0-2), il Genoa è aritmeticamente salvo. Spezia, Torino e Benevento, si giocheranno la salvezza nei prossimi due turni. Per la squadra di Pippo Inzaghi non basterebbero i sei punti, se il Toro dovesse vincere a Spezia contro la squadra di Vincenzo Italiano.
Milan indiavolato, ne stampa 7 al Toro
A fine partita il tecnico rossonero, Stefano Pioli, ha dichiarato: “Ora siamo a 3 km. dalla vetta del Mortirolo”. Ora, per il Milan, il traguardo Champions è vicino. Per la conquista aritmetica, basterà fare lo stesso risultato di una delle due prossime partite che la Juve dovrà ancora disputare. Per la società rossonera è un grande traguardo.
Nelle ultime due dispute nella città subalpina, contro Juve e Toro, il Milan ha realizzato un parziale di dieci reti a zero. Domenica aveva superato la squadra di Pirlo per 3-0, ieri invece è andato a forza sette, matando e umiliando il Toro (7-0!). In difesa, il tecnico parmigiano, ha ormai collaudato la coppia centrale, Kjaer e Tomori, esautorando di fatto Romagnoli dal ruolo di titolare.
Per la prossima stagione, il reparto difensivo rossonero non dovrebbe essere ritoccato, se non per ricoprire i ruoli di rincalzo. Se Donnarumma sarà la maglia numero uno del Milan, anche il prossimo anno. Theo Hernandez dimostrerà i progressi visti in questa stagione, Kjaer si confermerà un baluardo attento ed esperto e Calabria e Tomori proseguiranno nel loro percorso di crescita, il Milan partirà da una grande base. Ed è una base che ha molto futuro, perché a parte il danese Kjaer classe ’89, tutti gli altri non hanno compiuto nemmeno venticinque anni: Calabria è un ’96, e Tomori e Theo Hernandez sono dei ’97. Inoltre le riserve Dalot e Gabbia sono dei ’99.
Un Milan indiavolato anche nel futuro
Se è vero che ogni grande squadra, per iniziare a diventare tale, deve partire dalle fondamenta della difesa, questo Milan è sulla buona strada. Ricordiamo il Milan di Sacchi con Tassotti, Baresi, Costacurta, Filippo Galli, Maldini. O anche la Juve di questo ultimo periodo, trasformata dal trio della sua difesa: Barzagli, Bonucci, Chiellini. Se poi Kessiè rifacesse la stagione di questo anno, gli altri si riconfermassero ai livelli di questo anno, per il Milan si prospetterebbero dei begli anni, se potesse investire qualche soldo, per integrare la rosa con qualche grosso giocatore. I vari Bennacer, Saelemaekers, Rebic, sono sicuramente dei buoni giocatori. Ma per stare al passo con le grandi d’Europa, non crediamo che questi giocatori possano bastare. Ci vorrebbe qualcosa in più. Qualcosa in giro si potrebbe anche scovare. Ma qualcuno con un nome e di esperienza, servirebbe davvero a questo Milan per farlo tornare ai fasti di chi è e cosa è soprattutto stato. Tutti aspettano di rivedere, in Italia, in Europa e nel Mondo, un Milan indiavolato.
Atalanta di nuovo in Champions
Manca più poco che l’Atalanta, per la terza volta consecutiva, andrà a fare la Champions, il torneo dei “più grandi”. Questa squadra ha dell’incredibile. E soprattutto il suo mister, Giampiero Gasperini, ha dell’incredibile per le sue capacità di creare, recuperare e formare nuovi giocatori. Lo aveva già fatto al Genoa, recuperando giocatori come Milito, Thiago Motta, Palacio, che poi abbiamo visto come hanno proseguito la loro carriera. Ma qui a Bergamo, il fenomeno di Grugliasco, si è superato. Ha spedito alla ribalta giocatori che venivano considerati dei normali pedatori, come Ilicic, Duvan Zapata Muriel, Papu Gomez… poi ha lanciato nel calcio che conta giovani come Kessiè, Gagliardini ed ora ha in rampa di lancio i vari Gossens, Malinovsky, Romero…
L’Atalanta del Gasp, come la scorsa stagione, ha già realizzato più di ottanta di reti e questo, per due stagioni consecutive, per una squadra, non accadeva dagli Anni Cinquanta, quando in campo andavano i Nordhal, Gren, Liedholm, i Boniperti, gli Hansen… nemmeno c’erano i Charles, i Sivori, ancora.
Sbandata Toro, permanenza in Serie A ancora a rischio
Come lo scorso anno, anche in questa stagione il Toro ha preso la sua ”scoppolata”. Lo scorso campionato era successo contro l’Atalanta, la formidabile squadra di Gasperini. Il risultato è identico a quello del gennaio dello scorso anno: 0-7. E anche in quel caso un giocatore firmò la sua tripletta. La scorsa volta era successo a Ilicic, questa volta sempre a un altro giocatore proveniente dall’Est: Rebic. Ieri per il Toro la partita contava molto, ma per la squadra granata le partite che conteranno più saranno le prossime due, contro lo Spezia e il Benevento. Se il Toro riuscirà già a battere sabato la squadra di Italiano al Picco, per il club di Cairo sarà salvezza certa. Mentre se non riuscirà a farlo, non dovrà poi perdere con la squadra di Pippo Inzaghi al “Grande Torino” per rimanere nella massima serie.
C’è da dire che ieri sera il mister Nicola non ha schierato in campo i seguenti giocatori: Izzo, Nkoulou, Ansaldi, Rincon, Sanabria, Belotti, sei titolari. Izzo e il camerunense, non erano in grado di scendere in campo, ma gli altri sono stati lasciati in panca in vista dei prossimi importanti impegni: Belotti è diffidato. Certo che il risultato è pesante: è sintomo di un malessere presente nell’ambiente granata. Il Toro non è certo una squadra in salute, ma anche Spezia e Benevento non sembrano esserlo. Il popolo granata incrocia le dita e spera di non cadere negli inferi, per l’ennesima volta in questo millennio.