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Alla Continassa si cambia, parte ufficialmente il post Allegri.

La notizia ha del clamoroso, ma forse qualcosa si poteva sospettare: Massimiliano Allegri non siederà più sulla panchina della Juventus. Si apre dunque il toto allenatore che, potrebbe portare a notevoli cambiamenti all’interno della rosa e nelle strategie di mercato.

Alla fine l’attesa decisone è arrivata. Massimiliano Allegri non sarà più l’allenatore della Juventus. Dopo cinque anni e undici trofei si conclude una delle ere più vincenti del club sabaudo. Una notizia che era stata già profetizzata dal suo Maestro, Giovanni Galeone, dopo la buia notte del Wanda Metropolitano, portata avanti da Paratici e Nedved e confermata definitivamente dall’esonero. A pesare sul divorzio è stata la differenza di vedute tra Allegri, che chiedeva una mini rivoluzione, e la dirigenza, più predisposta a diversi puntellamenti, come testimoniato da Nedved prima della partita con la Roma. L’esonero di Allegri apre a diversi scenari che potrebbero coinvolgere alcune panchine importanti in Europa e il mercato che verrà da parte della Juventus. Allegri ha riposto alla domanda sul suo futuro con una battuta, “andrò al mare”, ma le ipotesi non mancano. La più probabile è un anno sabbatico e le voci di una sua possibile avventura in Francia o in Inghilterra sembrano destinate a restare solo voci. Il PSG, club molto interessato al tecnico livornese, continua a confermare Thomas Tuchel e anche il Manchester United sembra intenzionato ad andare avanti con Ole Gunnar Solskjær, che ha rinnovato recentemente il contratto con i Red Devils e ha già cominciato a programmare il prossimo calciomercato.


Il futuro della panchina della Juve, e di diversi elemento della rosa, è ancora tutto da scoprire. Il sogno della dirigenza è Guardiola, che però ha respinto più volte la possibilità di un suo trasferimento a Torino, dichiarando che sarà l’allenatore del Manchester City per i prossimi anni, nonostante i recenti problemi dei Citizens con la Uefa.
Pochettino è stato molto chiaro quando disse che avrebbe lasciato il Tottenham in caso di vittoria della Champions e forse anche in caso di sconfitta. L’allenatore argentino è molto gradito per il suo calcio offensivo e per la sua bravura con i giovani, ma attualmente resta molto complicato per questioni economiche, dato che ha una clausola di 40 milioni e chiede il doppio dell’attuale stipendio percepito con gli Spurs (6,5 milioni).
L’altro nome è Deschamps. L’allenatore della Francia, in bianconero da giocatore e poi artefice della risalita nell’anno della cadetteria, ha già declinato l’offerta del club campione d’Italia, affermando di voler continuare la sua avventura sulla panchina della nazionale francese per conquistare l’Europeo del 2020. L’altra candidatura importante è quella di Antonio Conte, sponsorizzato da Nedved e Paratici e mai dimenticato dalla maggior parte della tifoseria juventina. Andrea Agnelli però ha imposto il suo personale veto sul tecnico salentino, al presidente non è mai andata giù la brutta separazione tra la società e l’allenatore nel luglio del 2014. Inoltre Conte ha dato la sua parola all’Inter e potrebbe anche aver cominciato a progettare il calciomercato con la società nerazzurra, ma sta a lui decidere se fare marcia indietro e prendere in considerazione la panchina bianconera.

Fino ad adesso abbiamo parlato di ipotesi suggestive, ma molto difficili da raggiungere per svariati motivi. Attualmente i nomi più papabili sono Simone Inzaghi, reduce da ottime stagioni con la Lazio e fresco vincitore della Coppa Italia, e pupillo di Paratici, Siniša Mihajlović, che era stato già candidato come possibile successore di Conte dopo le buone stagioni alla Sampdoria e che ora si è rilanciato a Bologna, e infine Maurizio Sarri, nome un po’ a sorpresa, ma che non stupisce del tutto. La dirigenza bianconera ha sempre avuto un occhio di riguardo per l’ex tecnico del Napoli e un suo approdo a Torino porterebbe una rivoluzione tecnico-tattica notevole, soprattutto dopo gli ultimi anni di Allegri, più predisposto alla tattica e alla difesa, l’esatto contrario di Sarri, che ha sempre proposto un calcio ragionato e offensivo. Con l’attuale allenatore del Chelsea ci sono stati dei contatti e questo rafforza la sua candidatura per la successione di Massimiliano Allegri.

Dalla panchina al campo, il divorzio può cambiare la sorte di diversi giocatori della rosa juventina. Allegri aveva chiesto la cessione di elementi come Dybala, Cancelo, Khedira e Mandzukic, i primi due perchè incompatibili con il gioco professato dal tecnico ex Milan, i rimanenti per questione di età e di predisposizione agli infortuni, anche se su Mandzukic pesa il deterioramento del rapporto, ma adesso con l’addio del livornese questo scenario può in parte cambiare, perché la cessione dell’argentino e del portoghese non è più scontata, ma tutto dipenderà dalle offerte. Per quanto riguarda gli ultimi due la situazione sembra destinata a non cambiare nemmeno con l’approdo del nuovo allenatore, ma se su Khedira non si registrano interessamenti non si può dire lo stesso del croato vice campione con la Croazia a Russia 2018, per il quale non mancano le offerte dalla Cina. Ci sono però altri giocatori il cui posto in squadra non sembra essere certo dopo l’addio del livornese: Blaise Matuidi potrebbe partire nel caso arrivasse un allenatore con un’idea di calcio offensivo e nemmeno De Sceglio, grande fedele di Allegri, è certo della permanenza, ora che il suo “padrino sportivo” è andato via.

Capitolo mercato, alla fine dovrebbe passare la linea proposta da Nedved, con qualche puntellamento nelle zone interessate, senza nessuna rivoluzione. In difesa il nome più caldeggiato resta Matthijs de Ligt, sul centrale olandese però il Barcellona resta in netto vantaggio sui bianconeri, per questo motivo si seguono sempre i profili di Kōnstantinos Manōlas della Roma e Ruben Dias del Benfica, pupillo di Paratici. Anche Umtiti resta un serio candidato per la difesa bianconera che verrà e si continua a valutare l’idea Romagnoli, da sempre oggetto di forte interesse da parte della Juventus. Romero,difensore centrale del Genoa già prenotato da diversi mesi, è possibile che resti a Genova ancora per un anno.

A centrocampo si lavora per riportare sotto la Mole Pogba; l’idea è quella di inserire nella trattativa Douglas Costa e offrire al francese un contratto da 15 milioni a stagione. Le trattative per il centrocampo non riguardano solamente un francese, perché l’idea Rabiot può diventare più che un’idea. Paratici ha offerto alla madre-agente 6 milioni di euro a stagione più bonus, per un totale di circa otto milioni, ma l’entourage chiede dieci milioni a stagione. Zaniolo è sempre nella lista dei papabili bianconeri, ma a Roma non sono intenzionati a lasciarlo andare via dopo appena un anno.

In attacco sembra essere svanito Icardi, che ha ribadito ancora una volta la sua fedeltà ai colori nerazzurri dell’Inter. Federico Chiesa è sempre seguito con attenzione, la richiesta della Fiorentina è di 60 milioni; l’altro obbiettivo è João Félix del Benfica, sul quale c’è il fortissimo interesse di due top club: l’Atletico Madrid, che lo vede come possibile successore di Griezmann ormai destinato al Barcellona, e il City su richiesta di Guardiola, che sarebbe disposto a cedere Gabriel Jesus come contropartita tecnica pur di averlo in squadra.

In uscita ci sono da valutare diverse situazioni. La Juventus avrà comunque bisogno di incassare e tra i papabili alla cessione, oltre ai citati Mandzukic, Khedira, Dybala e Cancelo ci sono anche Alex Sandro, Douglas Costa e Miralem Pjanic. Sul terzino brasiliano e sul centrocampista ex Roma c’è l’interesse del PSG, ma anche il Real Madrid, su richiesta di Zidane, è un serio candidato per la corsa al bosniaco. Su Douglas Costa resta vivo l’interessamento del Manchester United.

Alla Juventus una delle forze principali della società è stata quella di programmare continuamente il futuro. Oggi con l’esonero di Allegri si chiude un ciclo per aprirne un’altro; la nuova Juve è pronta per partire.