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Amarcord biancoceleste: Inzaghi scrive alla Lazio

Si sa: anche le più belle storie d’amore prima o poi finiscono. Non è detto però che il bel ricordo svanisca, può e deve rimanere. È sicuramente il caso di Simone Inzaghi e la Lazio. Il tecnico dopo aver vestito la maglia da giocatore, aver allenato le giovanili del club per poi arrivare alla prima squadra, ha deciso di intraprendere una nuova avventura con l’Inter. L’amarcord biancoceleste però rimane e il mister ha scritto una lettera alla sua ormai ex squadra.


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Amarcord biancoceleste: cos’ha scritto Inzaghi alla Lazio?

Quando il mondo biancoceleste ha saputo che Simone Inzaghi avrebbe rinnovato il contratto con la Lazio, ha tirato un sospiro di sollievo. Sollievo che si è infranto poche ore dopo l’annuncio del club capitolino: l’Inter infatti si era fatto avanti con un’offerta più vantaggiosa che il mister non ha saputo rifiutare. Sono stati giorni di ansia per i tifosi che hanno sentito nominare talmente tanti nomi che non riuscivano più a capire chi avrebbe guidato la squadra. Poi, l’annuncio di Sarri e la firma sul contratto biennale. Per i biancocelesti inizia quindi una nuova era ma la nostalgia nei confronti di quella appena terminata, rimane. In fin dei conti Inzaghi era un punto fermo nell’universo laziale e il fatto che se ne sia andato ha lasciato l’amaro in bocca a molti. Niente è però eterno e l’allenatore piacentino per ciò che ha dimostrato a Roma, se la meritava una chance importante.

Il segno che ha lasciato Inzaghi

Certo è che la Lazio rimarrà per sempre nel cuore di Inzaghi che sul Corriere dello Sport scrive una lettera di saluto alla sua ex società. Di seguito un estratto: “Carissimi tifosi laziali, avevo 23 anni quando sono arrivato a Roma. Ero un ragazzino pieno di sogni e ambizioni che pensava solo a diventare un calciatore affermato. La Lazio in quel momento rappresentava per me una splendida opportunità, una possibilità per raggiungere gli obiettivi che mi ero prefissato. Mai mi sarei immaginato che sarebbe diventata la mia nuova casa. Giorno dopo giorno, quell’esperienza professionale è diventata molto di più. Ho scoperto una nuova famiglia. Non è semplice retorica, è la realtà. Sono trascorsi altri 22 anni da quel momento, metà della mia vita. Sono cresciuto e diventato uomo insieme a tutti voi, trascorrendo anni meravigliosi. Non dimentico né le gioie né le lacrime. Non dimentico le vittorie, né tantomeno le sconfitte, che non mi hanno mai fatto dormire la notte. Tutto questo da parte della mia vita e lo porterò per sempre con me. Ecco perché non è stato facile e non lo è tuttora voltare pagina“. Sicuramente ai più affezionati scenderà qualche lacrimuccia, ma il bello del calcio è anche questo: lasciare il segno e farsi amare dai tifosi. Ora Inzaghi deve pensare solo all’Inter.