Passare in BMW per dimenticare la Ducati: era questo lo scopo di Scott Redding, quando ha firmato con i bavaresi per la SBK di quest’anno. Ma dopo il primo round stagionale di Aragon, il britannico ha più ragioni per pentirsi di questa scelta che non per sperare. A Teruel, il numero 45 ha collezionato un quindicesimo posto in gara 1, un 12esimo nella Superpole Race ed un ritiro in gara 2. In cascina ha portato appena un punto. E soprattutto, è stato nettamente il più lento tra i piloti della casa, battuto persino dal semisconosciuto ucraino Ilya Mykhalchyk, sostituto dell’infortunato Michael Van Den Mark. Peggio di così, non poteva proprio andare.
SBK, Aragon: Rea più forte della Ducati in gara 1
SBK: quali sono i problemi di Redding con la BMW?
Fin dai test invernali, la sensazione è stata che Scott non si sia trovato con la moto. Il feeling non è mai nato, come ha ammesso anche il responsabile del reparto corse, Marc Bongers. “Non riesce a trovare il feeling, specialmente in uscita di curva“, ha detto l’ingegnere olandese al sito ufficiale del mondiale Superbike. “Non siamo stati in grado di trovare una soluzione. Ma dobbiamo trovarla in fretta, perché non è accettabile per nessuno di noi. Lui ovviamente è deluso. Ma i ragazzi sono molto motivati, e Scott è un top rider“. A proposito di delusione, Redding ha esternato la sua frustrazione in maniera alquanto esplicita. Non ha mai lanciato accuse alla squadra, ma è sembrato un pelo rassegnato. Bongers, dal canto suo, ha risposto dicendo che ha avuto dialoghi costruttivi con il pilota a fine weekend. Ma qual è il male che affligge Redding e la M 1000 RR in generale?
SBK, Aragon: la vendetta di Bautista nella Superpole Race
Quel qualcosa che manca
La parola chiave per risolvere l’enigma è: trazione. A Redding è mancata la capacità di scaricare a terra la potenza del motore in uscita di curva. La sua ex moto, la Ducati, ha dato lezioni a tutti in tal senso. Ed è grazie alla trazione che Alvaro Bautista ha vinto due manche su tre e comanda il mondiale piloti. Per compensare a questa mancanza (che tra l’altro affligge anche gli altri piloti BMW), Scott ha dovuto modificare la guida. Ad Aragon ha spinto molto di più sull’anteriore, cercando di entrare fortissimo nelle curve per limitare la perdita di tempo in uscita. Ma non è bastato per mettere insieme dei risultati decenti. In gara 2 si è mezza in mezzo anche l’affidabilità, con un problema al motore ed uno ai freni che lo hanno costretto al ritiro. Loris Baz, con la stessa moto, è riuscito a raccogliere un settimo posto in gara 1, segno che il potenziale della M 1000 RR è più alto. Scott può e deve fare meglio, ma senza feeling riuscirà a risalire la china?
SBK, Aragon: Bautista la furia rossa di gara 2