Juve addio alla corsa allo scudetto. La squadra di Allegri perde in casa all’ultimo secondo con il Sassuolo e raccoglie la terza sconfitta in dieci giornate. Milan e Napoli vincono invece contro Torino e Bologna e mantengono la vetta della classifica. In cima alla Serie A, nessuno perde un colpo. A segno anche Roma, Atalanta e Lazio che battono rispettivamente Cagliari, Sampdoria e Fiorentina.
Juve addio alla corsa scudetto: la squadra di Allegri perde i pezzi
La squadra di Allegri, a meno di clamorosi risultati, può già dire addio alla corsa scudetto. La Juve, in sole dieci giornate di campionato, ha accumulato un ritardo di tredici punti rispetto a Milan e Napoli. Ma, sopratutto, sta mostrando gravi carenze a livello di gioco. I bianconeri, in questo primo scorcio di campionato, si trovano in fondo a un tunnel in cui mai avrebbero pensato di stare. In principio di stagione la squadra del Conte Max godeva dei favori del pronostico e mai più si poteva immaginare di vivere una situazione del genere. Sei stagioni fa, la Juve di Allegri, alla decima di campionato perse a Reggio Emilia contro il Sassuolo e da lì poi iniziò una cavalcata trionfale verso lo scudetto. Ma, oggi, gli scenari per questa Juve appaiono ben diversi. Quella squadra aveva perso pezzi importanti come Vidal, Pirlo e Tevez, ma era un complesso zeppo di giocatori di personalità da Pogba a Mandzukic, a Khedira a Marchisio, oggi questi elementi non sono presenti, ma ci sono altre personalità che paiono molto labili dal profilo psicologico.
Juve addio alla corsa scudetto: inizio disastroso e pochezza di idee
Dieci giornate di campionato sono più di un quarto dell’intero torneo. In questa prima fase, la Juve ha fatto un punto più della metà dei punti di chi comanda al vertice. Davvero troppo poco per chi ambisce a qualcosa di importante. Questa squadra inoltre pare non avere il ritmo della gara. Troppo presto si era decantata la favola di una squadra che vinceva le partite a “corto muso”, facendo pensare di essere una squadra solida a cui importava solo il risultato e poco dell’impiantistica di gioco. Con tutti quegli 1-0 si stava mascherando una pochezza di idee, che non ha mai portato la Juve a brillare in un solo istante della stagione. In Champions le vittorie sono state molto importanti, perché di fatto hanno sancito la qualificazione della squadra agli ottavi. Ma in campionato le prove sono il frutto di una precarietà tecnica e tattica che potrebbe precludere anche l’accesso alla prossima Champions League. Dopo quasi un doppio lustro di successi, però, non si può certo incolpare la società di aver messo le basi per un fallimento.
Allegri è chiamato a trovare soluzioni
Ora il Conte Max è chiamato a portare all’interno della squadra un certo rigore, per non gettare al vento una stagione che potrebbe essere sì di transizione, ma potrebbe anche essere l’occasione per la ricostruzione di qualcosa di nuovo e di vincente. In questa squadra ci sono comunque due freschi campioni d’Europa come Locatelli e Chiesa, poi c’è De Ligt, ci sarebbe Kulusevski, ci sono poi giocatori come Morata, Dybala, che non sono certo in un’età pensionabile. Insomma qualcosa si può e si deve trarre da questo organico, che manchi qualcosa è fuori di dubbio, ma rispetto ai tempi dei Ciro Ferrara, Zaccheroni, Del Neri, si può contare su delle basi importanti.
Milan e Napoli proseguono la loro marcia verso la conquista del tricolore
Le squadre di Pioli e Spalletti proseguono la loro marcia inarrestabile al vertice del campionato. Il Milan ha faticato non poco ad avere la meglio sul Toro di Juric, ma è riuscita lo stesso a conquistare i tre punti, come gli era già accaduto nelle precedenti due gare contro Verona e Bologna. Questo Milan, è vero, fatica ad imporsi, ma è alle prese con continui infortuni e covid che, in qualche modo, costringono sempre Pioli a fare i salti mortali per mettere in campo i migliori undici. La forza della squadra risiede in due, tre pilastri: Maignan, Theo Hernandez e Kessié e, proprio questi, nelle ultime giornate sono mancati per covid o infortunio. Il Milan può vantare 15/16 giocatori titolari, ma elementi come Theo Hernandez, Kessié e Brahim Diaz sono difficilmente rimpiazzabili. In queste ultime gare sta risultando anche determinante Leao che l’anno passato mostrava invece troppa discontinuità, così come Saelemaekers che in questo principio di stagione è stato davvero prezioso.
Napoli e Milan due ottime rose
Il Napoli di Spalletti viaggia a vele spiegate. Difficile ora trovare delle macchie in questa sua stagione. Il calendario forse è stato dalla sua parte, ma sta di fatto che ha approfittato alla grande di questo, perché a parte nella sfida dell’Olimpico contro la forte Roma, ha fatto il pieno in tutte le gare disputate. Chi sia migliore tra il Napoli e il Milan è veramente difficile dirlo: gli organici si equivalgono. Entrambe le squadre sembrano avere i cambi giusti, per fare rifiatare alcuni titolari. Per il Napoli i punti cardine sono Koulibaly, Fabian Ruiz, Insigne, Osimhen. Come per il Milan è difficile rinunciare a Theo Hernandez, Kessié, così è per i partenopei rinunciare a questo poker di giocatori.
L’Inter resta alla finestra
L’Inter di Simone Inzaghi insegue a sette punti, che non sono pochi. Ma la squadra nerazzurra ha sempre giocato bene le sue gare. A parte forse contro la Juventus, la squadra di Inzaghi ha sempre dimostrato di essere una squadra leader. A differenza di Milan e Napoli, l’Inter ha giocato partite più insidiose, ma la qualità del suo gioco ha abbastanza impressionato per la sua efficacia. Barella è diventato un vero leader per la squadra e Dzeko, quando è in campo, un pallone riesce sempre a buttarlo dentro la porta avversaria. Se negli scontri diretti i nerazzurri sapranno trarre il massimo vantaggio, il campionato potrebbe costruire quel triumvirato dal quale potrebbe poi uscire fuori il nome del sovrano che regnerà sulla Serie A. Domenica per il Milan a Roma, contro la squadra di Mourinho, sarà un bel test per tastare la forza della squadra di Pioli. Poi la giornata seguente ci sarà Milan-Inter.