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Calciomercato Inter, pregi e difetti

In attesa del riscontro del campo, il punto sul mercato interista, tra difficoltà logistiche e una decisa efficienza

La presentazione di Radja Nainggolan

Da diversi anni il calciomercato dell’Inter fronteggia il fair play finanziario, che lo legittima ma allo stesso ne ostacola le manovre. Contestualizzato in tale modo, il lavoro del direttore sportivo Ausilio e del resto della dirigenza ha momentaneamente rasentato i limiti della massima efficienza. Spiccano in maniera indubitabile due grandi meriti: da una parte vi è una sorta di lungimiranza temporale e tattica; dall’altra v’è stato certamente lo spessore di saper resistere alla tentazione di cedere quelli che l’Inter reputa i suoi top players, e l’aver saziato le richieste dalla Uefa, entro il limite consentito, attraverso la valorizzazione di quel covo di talento che da anni è la primavera interista.

Sotto questo prospetto però è necessario tener conto dei mancati riscatti di Rafinha e Cancelo, per i ben noti motivi di FPP. Chi ha seguito il percorso della squadra di Spalletti nella scorsa stagione conosce il ruolo tecnico,  ma anche carismatico che i due calciatori hanno rivestito da Gennaio nella cavalcata per la Champions League. Sotto questo punto di vista l’evoluzione del rapporto con Cancelo è una scottatura sinistra che l’ambiente difficilmente attenuerà, non soltanto perché si tratta di uno dei migliori terzini destri in circolazione, sicuramente il miglior regista basso e defilato, ma anche perché, ad approfittare delle difficoltà logistiche dei nerazzurri, sono stati gli eterni rivali juventini. E tuttavia, tra i vari candidati, quello di Vrsaljko, acquistato in prestito oneroso con diritto di riscatto, è il nome che fa maggiormente sperare. Il croato è uno diverso da Cancelo, meno tecnico, ma decisamente più esperto, più preparato difensivamente (il ché con tutta probabilità non dispiacerà all’allenatore di Certaldo), e con una grandissima capacità di entrare nella carne della partita, anche fisicamente. Il percorso di Rafinha traccia invece melodie tutt’ora squillanti. Il legame è ancora molto vivido, e la speranza di rivederlo in maglia nerazzurra è forte tanto nel brasiliano, quanto in una buona fetta del mondo Inter. Nel frattempo però, un sostituto è stato trovato, e che sostituto. A Roma c’è chi sostiene che Radja Nainggolan sia stato allontanato per motivi caratteriali, o peggio ancora fisici. La verità è che Spalletti ritrova con gioia quel guerriero della trequarti che la classe di Rafinha non era mai riuscita davvero a fargli dimenticare. Il belga porta gol, ma porta soprattutto quell’innata capacità di alzare di 15/20 metri la linea della squadra.

Come affermato in precedenza il mercato nerazzurro si è mosso in maniera oculata, focalizzando le carenze dello scorso anno e cercando di limarle. L’assenza di alternative in difesa è stata ampiamente saziata dall’arrivo di De vrij e Asamoah, giunti da svincolati e con largo anticipo sull’inizio del calciomercato. Ciò certifica in primo luogo l’esistenza di un progetto convincente, e garantisce altresì all’allenatore esperienza, qualità in uscita dal basso e un’ enorme duttilità tattica, tanto in difesa quanto a centrocampo. Un’altra zona in cui la dirigenza era vigorosamente chiamata all’intervento è senza dubbio la trequarti. Si è già detto della dote realizzativa apportata da Nainggolan. Sotto questo punto di vista, Politano, acquisito attraverso un prestito oneroso con diritto di riscatto, aggiunge un esterno offensivo atipico in quel di Milano. L’italiano, a differenza delle recenti ali nerazzurre, non ama danzare sulla linea laterale, ma entrare nel campo; non lo circonda, ma letteralmente lo affetta, con velocità e un ottimo sinistro.

Discorso a sé merita Lautaro Martinez. I giudizi sull’argentino vanno certamente ponderati in attesa di prove ufficiali, ma il ragazzo ha dimostrato in questo precampionato, sia in alternativa a Icardi, sia al suo fianco, di possedere quella voglia e quella capacità di guardare a tu per tu la partita, di fronteggiarla di petto, attraverso tanta corsa e ottime giocate.

Se si volessero trovare due piccole, ma legittime, cause d’accusa alla dirigenza nerazzurra, si noterebbe da una parte una persistente difficoltà nella cessione di quegli elementi ai margini del progetto, dall’altra il mancato abbellimento tecnico di un centrocampo già piuttosto muscoloso, ma chissà se questo arco temporale, da qui fino al 17 di Agosto, non possa regalare ancora delle sorprese.