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Il Milan è campione d’inverno

Nonostante la sonora sconfitta subita in casa contro l’Atalanta (0-3), il Milan è campione d’inverno. Con la mancata vittoria dell’Inter a Udine (0-0), la squadra di Pioli mantiene la vetta della classifica e chiude così la prima parte di questo singolare Campionato, con due punti di vantaggio sugli acerrimi rivali dell’Inter. La Juventus, invece, vincendo per due 2-0 sul Bologna, rosicchia qualche punto alle due squadre meneghine e si porta potenzialmente a sette punti dai rossoneri e a cinque dai nerazzurri. I punti da recuperare non sono un abisso, ma sono certamente una rilevante sommità da scalare.

Il Milan è campione d’inverno nonostante la sconfitta

Pioli conquista meritatamente il titolo di campione d’inverno. Ma la sconfitta subita dal suo Milan contro l’Atalanta, deve suonare come un campanello d’allarme per le ambizioni tricolori dei rossoneri. Questo Milan, lo sanno tutti, non è una squadra formidabile. I rossoneri sono un complesso forte, ma di certo non sono una compagine dal pedigree autorevole. Ibrahimovic, Calhanoglu (adesso Mandzukic), sono i soli elementi della squadra rossonera che possano detenere un valido certificato di credito internazionale. Ci sono, sì, i Donnarumma, i Romagnoli, i Theo Hernandez, che sono in procinto di ottenere questa certificazione. Ma, poi, gli altri elementi sono solo da poco che si sono iscritti a questo corso, per conseguire un attestato di vago prestigio nobiliare e, qui, parliamo dei vari Kessié, Calabria, Leao, Saelemaekers…

Ora il Milan è campione d’inverno e ha cucito per metà lo scudetto sul petto. Ma per andare a ricamarlo per intero a primavera, dovrà compiere un ulteriore grande sforzo. Perché a fine stagione i rossoneri riescano a cucirsi il tricolore sul petto, non basterà forse fare bene come hanno fatto fino ad adesso. Sotto ci sono squadre forti che fremono e sono compagini di grande caratura, in grado di inanellare una serie di risultati utili consecutivi, da riuscire a colmare lo svantaggio che finora hanno accumulato sui rossoneri. Il Milan, per esempio, a San Siro, dovrà migliorare il proprio rendimento, perché ad oggi ha conseguito solo 18 punti sui 30 possibili. Discorso diverso in trasferta dove ha vinto otto volte su nove, facendo ben 25 punti.

L’Inter incorona il Milan campione d’inverno

Per la differenza reti, se la squadra di Conte avesse vinto alla Dacia Arena, avrebbe potuto fregiarsi del titolo di campione d’inverno. Ma ancora una volta questa “Pazza Inter” non ha approfittato degli scivoloni altrui per sorpassare qualcuno in classifica. Stavolta l’occasione non era così di capitale importanza come era stata a dicembre, quando i nerazzurri non approfittarono della sconfitta del Moenchengladbach a Madrid, per riuscire ad eliminare i tedeschi dalla Champions. Ma fatto sta che nemmeno stavolta l’Inter ha approfittato di un passo falso di una sua avversaria per riuscire a mettersi in una situazione di più comodo. Lo stesso era capitato il giorno dell’Epifania, quando l’Inter giocando a Marassi contro la Samp, poteva sfruttare meglio lo scontro tra Milan e Juve per rosicchiare qualche punto ai rossoneri e invece perse 2-1, sbagliando tra l’altro un rigore con Alexis Sanchez.

A Udine i nerazzurri non hanno perso. Ma la mancata vittoria ha mandato lo stesso in bestia lo staff tecnico e dirigenziale dell’Inter. A fine gara, Conte ed Oriali, hanno inveito contro l’arbitro Maresca per un mancato recupero e sono stati espulsi. Siamo certi che una situazione di maggior equilibro del proprio mister gioverebbe anche la squadra. L’Inter ha un potenziale enorme e crediamo che se la squadra giocasse con minore stress probabilmente avrebbe meno difficoltà a portare in porto le proprie gare. Una forza di Conte è mantenere sempre un’elevata carica di tensione. Ma quando si arriva all’esasperazione questo può nuocere e creare una crisi di nervi all’interno di tutto il gruppo.

La Juve insegue le milanesi

Dopo la conquista della Supercoppa (vittoria sul Napoli per 2-0), la Juve di Pirlo batte il Bologna e guadagna tre punti in classifica sul Milan e due sull’Inter, accorciando così la sua classifica rispetto alle due squadre milanesi. Per ora i punti di distacco dalla capolista sono dieci. Ma con la vittoria nel recupero contro il Napoli, i punti potrebbero diventare anche sette. Certo non è un distacco minimo, ma si deve riconoscere che la Juventus ha un potenziale stratosferico. Se Pirlo riuscisse in qualche modo a dare forma al suo centrocampo, la sua Juventus continuerebbe ad essere la squadra da battere in questo calcio italiano.

Contro l’undici di Sinisa Mihajlovic, la Juve ha creato molto gioco. Ma l’impressione è che la squadra non riesca ad essere così cinica come lo era qualche anno fa, quando era allenata da Allegri. Per cui, nonostante il risultato non sia mai stato in discussione, si avverte sempre quella preoccupazione che la squadra non sia ancora così matura e tutto potrebbe sempre ancora accadere. Ma chiamandoti Juve questo non dovrebbe succedere. L’autostima forse arriverà quando Pirlo avrà dato alla sua squadra una fisionomia certa, perché seppur giovani gente come De Ligt, Chiesa, Kulusevski, non si può discutere.

In fondo alla classifica si lotta per la salvezza nella massima serie

Se ai vertici della classifica è difficile dire oggi quali saranno le quattro squadre che parteciperanno alla prossima Champions League 2021/22. In fondo alla classifica, è ancora più difficile indicare quali saranno le tre squadre che il prossimo anno non faranno più la Serie A. Tra l’ultima della classifica (il Crotone) e la prima in classifica della parte destra (il Benevento), ci sono solo dieci punti. Dieci squadre, appunto, in soli dieci punti. La squadra di Inzaghi, undicesima in classifica, ha 22 punti, mentre il Toro, appaiato al Cagliari, al quartultimo posto (ultimo posto disponibile per rimanere nella massima serie italiana), ha 14 punti. Per ora la sorpresa di questa stagione è lo Spezia di Italiano, che tutti davano per spacciato, ma che ora si ritrova al quindicesimo posto in classifica assieme a Genoa e Udinese (18 punti).

In procinto di stagione si considerava che Crotone e Spezia fossero già retrocesse. Mentre, adesso, al giro di boa, nessuna delle due squadre è ancora spacciata. La squadra di Stroppa è a sole due distanze dalla salvezza, mentre lo Spezia sarebbe addirittura salvo. La storia della Serie A ci insegna che per le squadre che provengono dalla serie cadetta, è dura riuscire a salvarsi, perché a fine stagione si paga poi dazio alla massima serie, esaurendo anzitempo tutte le energie nervose a propria disposizione, per riuscire poi a combattere. Ma in quest’epoca Covid tutto potrebbe succedere. In fondo nessuna squadra, da cima a fondo, ha potuto programmare una seria preparazione. Benevento (22), Fiorentina (21), Bologna (20), Udinese (18), Spezia (18), Genoa (18), Torino (14), Cagliari (14), Parma (13) e Crotone (12), si guardino bene allo specchio e alle spalle perché a tre di loro sicuramente dovrà accadere di lasciare la massima serie.