Carlos Tevez dice basta, saluta il Boca Juoniors e forse lascerà anche il calcio giocato. Un addio che fa male se pensiamo a ciò che il giocatore ha rappresentato per gli argentini. Perché Tevez è sempre stato l’uomo del popolo, l’emblema di tutti quei bambini che corrono dietro ad un pallone nel tentativo di allontanarsi da una vita di violenza, sparatorie e droga. E se nasci a Fuerte Apache, non proprio un luogo paradisiaco, uno dei modi per scappare è il pallone. Un calcio ad una vita segnata, un grido di speranza nel buio più totale. Questo è stato Tevez, il ragazzo del barrio che trova la sua ancora di salvezza nel pallone, la speranza di una vita migliore oltre alla violenza.
Perché l’addio di Carlos Tevez fa così male?
E dopo la conferenza stampa del numero dieci argentino il calcio perde una figura emblematica. La storia tra l’Apache e il numero dieci è come quella tra due amanti che si sono follemente amati e che si lasciano dopo tanto tempo. Consapevoli però che nulla sarà dimenticato. E come fai d’altronde a dimenticare. Quando vedi il ragazzo del pueblo prendere per mano la squadra e portarla a vincere con un numero sulla spalla dai tratti religiosi. Con la faccia tosta di chi nella vita ne ha viste tante, con lo sguardo inviperito che lo porta a mimare una gallina come sfregio per gli odiati rivali del River Plate. Non puoi dimenticare tutto ciò.
Un amore incondizionato di un calcio d’altri tempi, fatto di affetto e amore. Perché anche nel suo peregrinare per l’Europa non ha mai fatto mancare nulla di tutto ciò al suo popolo. Ogni suo gol è stato un messaggio d’amore verso chi non ha avuto la sua stessa fortuna. Ogni gol una carezza al suo popolo. E la gente lo ha sempre apprezzato, lo ha sempre amato. E oggi vedere un giocatore così emblematico, così carismatico salutare definitivamente il suo grande amore fa male. Molto male.
Se mai vi capitasse di fare un viaggio in Argentina ricordatevi di chiedere ad un locale di parlare di Tevez. Lui vi sorriderà e si metterà a ballare e a cantare. Perché Tevez è pur sempre el jugador del pueblo. Una figura più grane dello stesso Lionel Messi.