Aria di cambiamenti nelle competizioni europee. L’area separatista (Real Madrid e Juventus in prima linea) sta spingendo per la concreta attuazione di una Super League che sostituisca il vecchio format della Champions League.
Dall’altra parte il presidente della UEFA Ceferin vuole cambiare il format della Champions League in modo da rinnovare l’ambiente ed aumentarne l’appetibilità.
A breve verrà organizzata un’assemblea di tutti i maggiori campionati europei per discutere il nuovo format della competizione, che potrebbe passare dalla suddivisione in gironi ad un campionato a parte formato da 10 partite.
Se questi cambiamenti andassero in porto, ovviamente bisognerebbe riorganizzare anche tutti i calendari dei campionati europei in modo da adeguarli agli appuntamenti della Champions League.
Questo evento potrebbe influenzare enormemente una situazione già delicata come quella attuale del calcio europeo. E’ in atto una divisione senza precedenti che potrebbe portare alla creazione di altri tipi di tornei sportivi in Europa.
La situazione politica e la nuova Champions League
Da un lato le squadre “separatiste”, capeggiate dal Real Madrid che vorrebbero creare un nuovo torneo tra tutti i top club europei esterno alla UEFA.
Dall’altro le maggiori associazioni calcistiche a livello europeo ma anche mondiale, capeggiate dal presidente UEFA Ceferin.
I cambiamenti proposti dalla UEFA, in caso di approvazione, sarebbero introdotti a partire dalla stagione 2024/25.
In ogni caso la guerra aperta tra le due fazioni ha portato tutti gli organi calcistici a schierarsi.
Il gruppo Football Supporters’ Europe ha definito “impopolari, illegittime e pericolose le proposte della Super League. Dal canto suo, la FIFA ha chiarito fin da subito l’esclusione da tutte le competizioni internazionali delle squadre appartenenti alla Super League. Inclusi i Mondiali.
Ora resta da vedere quale delle due fazioni sia più brava e tenace a mantenere questo braccio di ferro internazionale. Non sembra ci siano molti margini di manovra, ma la storia insegna che anche le due fazioni più distanti potrebbero trovare punti di incontro.