La Formula 1 anche quest’anno ha visto il dominio della Mercedes e, di conseguenza, già ci si proietta sul futuro e sulle varie novità regolamentari che arriveranno prossimamente. In casa Ferrari in queste ultime ore si è appreso di un cambio di strategia su un punto piuttosto importante, quello del congelamento motori. La Red Bull ha chiesto che quest’opzione entri in vigore a partire dalla stagione 2022. In un primo momento da Maranello avevano fatto sapere di essere contrari a questa soluzione, mentre adesso la posizione della scuderia italiana è cambiata. Ovviamente, qualora ci si dovesse accordare per questo cambiamento, sarebbe necessario rimodulare anche un altro aspetto delle nuove regole.
Mattia Binotto, team principal della Ferrari, è intervenuto sull’argomento durante il weekend dedicato al Gran Premio del Bahrain, collegandosi da remoto da Maranello. Dopo aver sottolineato che la casa automobilistica italiana è pronta a sostenere la richiesta del congelamento motori dal 2022, ha aggiunto che ciò dovrà però comportare una maggiore parità di potenza tra le power unit dei vari team, e un anticipo del debutto dei nuovi propulsori al 2025 anziché al 2026.
Ricordiamo che la Red Bull ha chiesto di rivedere la tempistica sul “freezing” dei motori nel momento in cui Honda ha annunciato che dalla fine del 2021 lascerà la Formula 1. La scuderia anglo-austriaca ha intenzione di sostituirsi alla società giapponese, rivelandone il progetto ma evitando di investire ingenti somme di denaro per costruirsi da sé i propulsori. L’idea partita da Milton Keynes nelle sue fasi iniziali era stata appoggiata da tutto il Circus, eccezion fatta per Renault e Ferrari. Adesso però la Red Bull potrà contare anche sull’appoggio del team italiano.
Ferrari: sì al congelamento motori dal 2022 e power unit meno costose
La questione del congelamento motori è particolarmente delicata, come del resto accade quando ci si ritrova a dover approvare o meno dei profondi cambiamenti al regolamento. In Formula 1, inoltre, le decisioni da prendere non sono mai soltanto sportive, ma coinvolgono anche l’aspetto finanziario e strategico. La Ferrari, infatti, se ha cambiato idea e ha comunicato di essere d’accordo con lo spostamento del “freezing” a partire dalla stagione 2022, ha comunque fatto capire di aspettarsi delle aperture su alcune sue esigenze. Binotto ha innanzitutto evidenziato che la Red Bull, tenendo conto delle regole attuali: “Può sempre contare su una fornitura di motori da parte di uno dei Costruttori presenti in Formula 1”. Tuttavia è comprensibile che la squadra anglo-austriaca voglia proseguire il suo percorso con le power unit targate Honda.
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Il team principal del cavallino rampante ha sottolineato che in questi ultimi giorni ci sono stati diversi incontri sia con i vertici della F1 che con la FIA. La casa automobilistica italiana, però, si aspetta che il congelamento motori anticipato di un anno comporti anche lo spostamento delle nuove norme sui motori del futuro al 2025 anziché al 2026. Binotto ha quindi ricordato che questa non è la prima volta in cui la Ferrari mostra di avere un forte senso di responsabilità, e proprio per questa ragione: “Sosterremo il congelamento a partire dalla stagione 2022”.
Il ripensamento dell’azienda modenese non sarà arrivato di certo per caso. Molto probabilmente a Maranello sono fiduciosi sul recupero di prestazioni che dovrà garantire il motore che verrà montato sulle rosse nel 2021. Inoltre, il congelamento motori potrebbe consentire un risparmio di risorse da reinvestire sul miglioramento delle power unit. Del resto, anche Binotto ha manifestato l’esigenza che queste importanti componenti abbiano un costo ridotto di almeno il 50% rispetto a quanto accaduto fino ad oggi. Infine ha dichiarato che tutta la Formula 1 deve fare uno sforzo in più per darsi degli obiettivi ambiziosi in termini di sostenibilità.