Le prime cinque giornate di lotta dell’Inter di Conte, si concludono con altrettante vittorie. I nerazzurri restano solitari in testa alla classifica, tengono a distanza la Juve e allungano la loro corsa sul Napoli di altri tre punti. Forti di una difesa granitica, un solo gol subito in 450 minuti di gioco, l’Inter di Conte si sta dimostrando la squadra più solida del nostro campionato. Handanovic è in una forma smagliante e Godin si è integrato alla perfezione nel sistema difensivo interista, accanto a Skriniar e De Vrij. C’è da dire che l’Inter, quattro delle cinque partite disputate finora in Campionato, le ha giocate sul terreno amico di San Siro e questo significa qualcosa. Perché se andiamo a vedere i numeri, l’unica rete subita dai nerazzurri è proprio quella di Joao Pedro, a Cagliari.
In attesa del big match del 6 ottobre, a San Siro, contro la Juventus; sabato sera, l’Inter di Conte, affronterà a Marassi la Sampdoria di Di Francesco, nella seconda trasferta effettiva della stagione (il derby contro il Milan non si può considerare un match giocato fuori casa), e già lì, vedremo come saprà comportarsi la retroguardia interista.
Sarri deve sistemare la difesa bianconera
Se l’Inter sta dimostrando di essere la più forte difesa del Campionato, le due maggiori inseguitrici degli interisti, Juve e Napoli, è proprio nella retroguardia difensiva che stanno manifestando i loro più grandi problemi. La squadra di Sarri si sta rivelando vulnerabile. Sentire dall’inizio del Campionato, ogni avversario, rammaricarsi per aver sfiorato il colpaccio contro la Juve è diventato ormai un copione. Anche martedì, a Brescia, è stato detto che la squadra di Corini è andata a un passo da fermare la Juve. Così come era successo qualche giorno prima al Verona, che fino al novantesimo minuto aveva tenuto, vive, le speranze di agguantare i bianconeri.
Dopo il match casalingo contro la squadra di Juric, anche in questa occasione la Juventus è stata costretta alla rimonta. Contro squadre di piccolo cabotaggio, è la seconda volta di seguito che la squadra di Sarri parte con l’handicap. E questo succede perché la Juve in difesa scricchiola. Nell’azione del primo gol bresciano, qualcosa non è di nuovo filato liscio nella retroguardia della Juve. Danilo si è fatto tagliare fuori come un pivello da Tonali. De Ligt si è perso Romulo e Alex Sandro non ha saputo accorciare su Donnarumma che poi è riuscito ad andare al tiro. Ok, l’errore più grave lo ha commesso Szczesny che non è riuscito a trattenere il tiro dell’attaccante delle rondinelle, ma la difesa aveva peccato nella fase di impostazione. Per la quinta volta su sei partite, la squadra di Sarri ha chiuso il proprio match avendo subito almeno dieci tiri in porta. Non sono numeri da una squadra di vertice, come la Juve, che nella sua recente storia non è mai stata abituata a subire così tanto.
Sprazzi di sarrismo
Alle note dolenti, però, bisogna anche aggiungere, il merito di Sarri, di aver contribuito a sviluppare delle probanti manovre sul versante offensivo. Contro il Brescia, è vero, la Juve ha subito oltre dieci tiri verso la porta di Szczesny, ma è riuscita pure ad andare venti volte al tiro, con un possesso palla del 67% e con una percentuale di passaggi azzeccati vicino al 90%. Fantastica è stata un’azione sul finire del primo tempo, quando Dybala ha messo Higuain davanti alla porta. L’azione era partita dai piedi di Cuadrado, poi a turno la palla l’hanno toccata Dybala, Ramsey, Pjanic, fino ad arrivare ancora una volta sui piedi di Dybala che poi ha lanciato magistralmente il Pipita. Quello che abbiamo visto in quell’azione è sarrismo allo stato puro, roba da rifarsi gli occhi.
Il Napoli dipende dalle prestazioni di Koulibaly
Sulla stessa lunghezza d’onda della Juve, c’è il Napoli. Ma se i bianconeri non hanno ancora mai perso una partita in Campionato, i partenopei ne hanno già perse due e si ritrovano dietro l’Inter di sei punti, quattro in più della Juventus, che rispetto ai nerazzurri ha solo due punti di ritardo.
In questo avvio di torneo, la squadra di Ancelotti, ha già subito nove reti, di cui sei si sono concretizzate dentro l’area di rigore (altre due sono stati i penalty di Pulgar e Mancosu). Koulibaly non è stato sempre impeccabile e dopo aver causato l’autorete contro la Juve, anche mercoledì sera, contro il Cagliari, non è parso così brillante, a differenza della partita contro il Liverpool in cui era stato ineccepibile. Da inizio Campionato ad oggi, la retroguardia di Ancelotti ha subito 57 tiri in porta, di cui 19 nello specchio. Due sconfitte in appena cinque partite di Campionato non sono poche. Se è vero che chi vince la Serie A non perde mai più di tre/quattro partite a stagione, il Napoli di Ancelotti ha già consumato il suo bonus per il 50%. Ma al di là dei numeri, il Napoli, con il potenziale offensivo che ha disposizione, non può permettersi di finire una gara senza aver realizzato almeno una segnatura. La differenza per i partenopei la possono solo fare gli attaccanti, grazie alla loro vena realizativa.
Il Lecce di Liverani vince anche a Ferrara contro la Spal
In coda, un plauso al Lecce che, nonostante il terribile calendario (sul loro cammino Inter e Napoli), si ritrova a pari merito con il Milan, con sei punti in graduatoria. Gli uomini di Liverani, dopo lo scivolone in casa contro il Verona (0-1), hanno saputo riscattarsi a Torino e a Ferrara, vincendo due difficili trasferte contro Toro (1-2) e Spal (1-3). Se inizialmente si era pensato che la squadra salentina sarebbe stata la squadra materasso della Serie A 2019/20, ora, in molti, si devono ricredere, perché la squadra di Liverani gioca un ottimo calcio e pure nelle pesanti sconfitte contro Inter (4-0) e Napoli (1-4), il Lecce, non aveva demeritato sotto il piano del gioco.