Quattro per due fa otto, ci aggiungi sei e sali a quattordici. No, non stiamo dando i numeri, stiamo solo giocando con le cifre che il team Minio X-Raid ha raggiunto alla Dakar nel 2021. Con la vittoria di Stephane Peterhansel, il buggy JCW a due ruote motrici regala alla casa anglo-tedesca la sesta vittoria assoluta. Per “Petter”, pilota dalla trentennale esperienza nel rally più duro del mondo, si tratta della 14esima affermazione. Un trionfo fatto sulla costanza, con una sola vittoria di tappa e zero errori.
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La ciliegina sulla torta per X-Raid è il terzo gradino del podio di Carlos Sainz. “El Matador”, vincitore dell’edizione 2020, è in contesa per la vittoria assoluta nelle battute iniziali, ma una serie d’inconvenienti tecnici ed errori di navigazione hanno portato il madrileno ad accumulare più di un’ora di svantaggio sul compagno-rivale. A questo punto, la sua rivincita è rimandata al 2022.
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Ed è grande soddisfazione anche per il team X-Raid, di proprietà di Sven Qvandt. Il rampollo della famiglia che possiede le quote di maggioranza del BMW Group può essere soddisfatto sia della squadra ufficiale che dei privati, al volante della sempreverde Mini Countryman Rally 4×4. Su otto vetture iscritte, sei hanno raggiunto il traguardo, con Vladimir Vasilyev in sesta posizione. Sono solo due le vetture ritirate, tra le quali quella dell’argentino Orlando Terranova.
Cos’hanno detto i protagonisti di Mini dopo il trionfo alla Dakar 2021?
Stephane Peterhansel: “Sono al settimo cielo per la vittoria. La pressione era immensa, essendo che eravamo in testa alla classifica assoluta per gran parte della gara. In quella situazione, puoi solo perdere. Ma, devo dire, abbiamo disputato una Dakar quasi perfetta, senza grossi errori, ed ancora una volta è stata la chiave del successo. Le cose erano perfette tra Edouard (Boulanger, il navigatore di Peterhansel, ndr) e me, ed ero felice di averlo seduto di fianco a me. Non avrebbe potuto fare di meglio“.
Sven Qvandt: “Vincere non è mai facile, ma questa è stata particolarmente difficile perché il terreno era molto simile a quello dell’Africa. Sezioni lente, sezioni veloci, un sacco di rocce, condito con una navigazione difficile. Siamo estasiati di aver ottenuto la sesta vittoria per Mini. Prima della Dakar, non avremmo mai immaginato un primo ed un terzo posto. Gli ultimi 14 giorni sono stati molto stancanti: condurre il rally per gran parte del tempo, la navigazione impegnativa e un sacco di forature. Ma ancora una volta, Stephane che non si chiama “Mr. Dakar” senza un motivo. Su un terreno difficile, lui ha svettato e ha guidato con intelligenza e strategia. Ha vinto una sola tappa, ma ha accumulato un vantaggio di 14 minuti nella classifica generale“.
La classifica finale della Dakar