Ha quasi ottant’anni ma non li dimostra. E’ la Daytona 200, che in questo 2021 è arrivata alla sua 79esima edizione. Per chi non la conoscesse, parliamo di una delle corse più iconiche del motociclismo mondiale, nel cui albo d’oro compaiono le stelle del firmamento delle due ruote. In questo articolo vi descriviamo la gara e vi raccontiamo ciò che è successo nell’edizione di quest’anno, ma anche qualche chicca su una gara che è stata per anni un punto di riferimento nel motociclismo USA, assieme alla gara di Supercross che si svolge sullo stesso impianto.
Supercross: il re di Daytona è ancora Tomac
Cos’è la Daytona 200?
Istituita nel 1937, la Daytona 200 si svolge sul tracciato stradale ricavato dall’ovale della NASCAR. Ha una configurazione diversa rispetto alla pista impiegata nella 24 ore IMSA, più lenta, con chicane e una parte guidata. Ma mantiene il layout con le curve dell’ovale dal banking esagerato, che nel corso degli anni ha regalato un grande show con arrivi in volata e sorpassi spettacolari. La gara dura 200 miglia, 320 Km circa, e comprende anche dei pit stop che conferiscono un fascino quasi da endurance. La distanza totale della gara è di 40 giri, tutti da vivere.
L’albo d’oro comprende campioni di grandissimo livello, che danno un’idea di quanto questa corsa sia radicata nella tradizione del motociclismo mondiale. Giacomo Agostini, tra le sue centinaia di vittorie ha in bacheca anche questa, nel 1974. Altri nomi che hanno conquistato la classica della Florida ci sono anche Kenny Roberts, Wayne Rainey, Kevin Schwantz, Eddie Lawson e Nicky Hayden. Tra questi impera Raymond Scott Russell, campione del mondo SBK del 1993 e vincitore di ben cinque edizioni della 200 miglia. Per questo motivo, è soprannominato “Mr Daytona”.
La Daytona 200 ha fatto parte del campionato americano Superbike fino al 2013, quando si consumò la rottura con la nuova gestione MotoAmerica di Wayne Rainey. Da allora non fa parte di nessun campionato, perdendo lo smalto dei tempi migliori. Le moto sono delle Supersport 600, con gomme slick e pochissime modifiche ammesse.
La cronaca dell’edizione 2021
La 200 Miglia di Daytona edizione 2021 conta ben 70 iscritti, di cui solo 56 possono prendere parte alla corsa. Il via è di quelli con il…botto: Kyle Wyman, indicato tra i favoriti della vigilia, cade al primo giro innescando la bandiera rossa. Fortunatamente, il newyorchese non si è fatto niente, e le ostilità riprendono subito dopo.
Alla ripartenza, Sean Dylan Kelly scappa via con la sua Suzuki M4, cercando di vincere per distacco. Sembra riuscirci, ma nell’ultimo giro deve vedersela con Brandon Paasch. Il giovane pilota del New Jersey, in sella ad una Yamaha R6 privatissima, raggiunge l’avversario alla doppia chicane Bus Stop, per poi sfruttare la scia lungo il banking del circuito NASCAR. La manovra si rivela vincente, battendo il californiano per soli 31 millesimi! Kelly subisce la stessa sorte del compianto Hayden, che nel 2000 fu beffato da Mat Mladin. Tra le altre cose, Kelly è un grande fan di “Kentucky Kid”. Corsi e ricorsi storici.
Il veterano Tyler O’Hara chiude un podio composto per due terzi da giovanissimi (Paasch ha 18 anni, Kelly 19). Michael Barnes, che di anni ne ha 52, è in quarta posizione, a precedere un altro grande deluso della domenica della Florida, Danny Eslick. Il 34enne dell’Oklahoma, già vincitore di quattro edizioni e che anche quest’anno deve rimandare l’appuntamento con il pokerissimo. “Slick” è quinto quest’anno. Da segnalare l’undicesima posizione di Michael Dunlop. Il pilota nordirlandese, nipote del leggendario Joey Dunlop, è protagonista del Tourist Trophy, dove conta ben 19 vittorie.