Il campionato è fermo ormai da marzo ed i massimi organi calcistici stanno cercando una soluzione che accontenti tutti
Anche se la Serie A è ferma ormai da più di un mese, le notizie sportive sono molte e riguardano prevalentemente il dibattito sul futuro del campionato italiano. Le numerose assemblee telematiche tra i capi del calcio cercano di tenere il passo all’evolversi della situazione sanitaria ma nel mezzo ognuno prova a portare sul tavolo i propri interessi senza curarsi di quello più importante di tutti: la salute pubblica.

Gli allenamenti potrebbero riprendere ad inizio maggio mentre è ancora incerto il destino del campionato in corso, che oscilla tra la sospensione e lo slittamento fino a fine giugno con conseguente proroga dei contratti in scadenza.
Una decisione priva di contenuto visto che il campionato attuale è già inevitabilmente fuorviato dai binari classici della regolarità (per causa di forza maggiore), ma che servirebbe come simbolo di ripartenza e ritorno alla normalità.
In ogni caso, la prima ed unica discriminante per scegliere la soluzione migliore deve essere la salvaguardia della salute pubblica, di tifosi, giocatori ed addetti ai lavori.
Non bisogna commettere l’errore di considerare il calcio unicamente come lucrosa fonte di reddito, bensì come un’attività non essenziale allo stato attuale delle cose e quindi non necessaria per il miglioramento e la salvaguardia della situazione sanitaria italiana.
Numerose federazioni sportive (basket e pallavolo in primis) hanno fatto la scelta di concludere le attività anzitempo, una scelta coraggiosa ma necessaria.
I presidenti delle varie associazioni calcistiche italiane stanno lavorando duramente in questi giorni per trovare una soluzione, ora bisogna remare tutti nella stessa direzione per il bene comune.