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Drivers Advisory Council: la NASCAR ora ha la sua GPDA

Quando negli anni ’70, Jackie Stewart fondò la Grand Prix Drivers Association, fu segnato un nuovo capitolo della storia delle corse: quello dei piloti che partecipavano all’azione legislativa. Oggi, la storia si ripete nella NASCAR, dove nelle scorse ore è stata annunciata la fondazione della Drivers Advisory Council. Questa associazione rappresenterà i piloti della massima serie delle stock car, e collaborerà alla definizione dei nuovi standard. Il Council è composto da sette membri: Kurt Busch, Austin Dillon, Denny Hamlin, Corey LaJoie, Joey Logano, Kyle Petty e Daniel Suarez. A questi si aggiunge un ottavo elemento, Jeff Burton, che sarà il Direttore del Council.

Qual è lo scopo del Drivers Advisory Council della NASCAR?

Nel panorama della massima serie americana, il Council è un organo indipendente a rappresentanza dei piloti. Come ha spiegato Denny Hamlin, il suo ruolo è di raggruppare i driver in una voce unica, che dialoghi con la NASCAR per risolvere i problemi in fatto soprattutto di sicurezza. Per farlo, si basa su un Board of Directors variegato, con top driver e piloti di fascia inferiore. Non manca la rappresentanza “estera”, con il messicano Suarez, ed i due ex Burton e Kyle Petty, che guardano le corse da una prospettiva diversa. Il Council avvierà una stretta collaborazione con la NASCAR, allo scopo di risolvere problematiche comuni. Il Council collaborerà anche con la Race Team Alliance, l’associazione che rappresenta 14 scuderie. Nata nel 2013, la RTA è l’altro organo indipendente che vuole costruirsi un peso politico nel mondo della massima categoria USA.

Verso un potere condiviso?

La nascita del Drivers Advisory Council è un altro segnale di apertura da parte della NASCAR. Fin da sempre, la federazione ha gestito la categoria con un potere centralizzato, spesso e volentieri paragonato ad un regime totalitario. I regolamenti tecnici e sportivi erano decisi dall’alto, ed i partecipanti potevano solo accettarli. Ma nell’ultimo decennio, causa le recessioni economiche, l’ambiente ha dovuto evolversi. La nascita della RTA coincideva con l’introduzione del Charter System, il sistema delle franchigie che consentiva l’ingresso ad ogni gara in cambio di un impegno a lungo termine. Grazie a questo regime, i team hanno avuto la possibilità di ottenere un margine minimo di potere decisionale, cosa mai avvenuta nella storia di questo campionato. Ora i piloti sperano di fare lo stesso, attraverso un’associazione che gli consenta di fare fronte comune.


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