Con il tempo tutto finisce, diceva il re della fantascienza Isaac Asimov. E la cosa vale anche per la carriera di Gabriele Tarquini, che in occasione del round del WTCR ad Adria ha annunciato il ritiro dalle corse a fine 2021. Cosa che sembrava impossibile, visto che il “Cinghio” è arrivato a 59 anni di età senza mai fermarsi! “Dopo una lunga carriera che sembrava non finire, pensi che questo momento non arriverà mai“, ha detto l’abruzzese nella conferenza stampa pre gara, come riportato da Motorsport.com. “Nella vita, tutto ha un inizio e una fine e io sono abbastanza grande per capirlo. Il WTCR è diventata una serie forte negli ultimi anni, tuttavia ho faticato un po’ in qualifica. Anche se il mio passo gara c’è, ho deciso nella pausa tra Spagna e Ungheria che era il momento di dire ‘basta’. Era importante per me annunciare la decisione nella mia gara di casa in Italia, questo è il momento giusto“.
Chi è Gabriele Tarquini?
La sua carriera è talmente lunga che è difficile sintetizzarla in poche righe. Proveremo a ripercorrerla per sommi capi, e ci scuserà il buon Gabriele se saremo troppo sintetici. Classe 1962, nativo di Giulianova lido in provincia di Teramo, Tarquini ha iniziato a 10 anni, guidando un kart sul circuito di famiglia. Negli anni 80 è stato uno dei talenti emergenti della scuola italiana in F3000, allora anticamera della F1. Nomi come il suo, quello di Alex Caffi, Ivan Capelli, Emanuele Pirro e Beppe Gabbiani sono passati di lì, con ottimi risultati. Proprio Gabbiani, notando la guida aggressiva e selvaggia di Gabriele, ha coniato il soprannome di “Cinghios” (incrocio tra le parole “Cinghiale” e “Indios”), in seguito diventato “Cinghiale” e poi “Cinghio”.
Dalle ruote scoperte alle ruote coperte
Con queste credenziali, Gabriele è entrato in Formula 1, ma si è dovuto accontentare di squadre di seconda scelta. Dal 1988 al 1991 ha corso con AGS, per poi passare alla Fondmetal nel 1992. Si è qualificato in 38 GP conquistando un solo punto, al GP del Messico del 1989. Nel 1994 è passato alla Tyrrell in veste di collaudatore, correndo al Nurburgring nel 1995 per sostituire l’infortunato Ukyo Katayama. Dal 1993 ha iniziato la sua lunga militanza nelle gare di turismo, a cominciare dal campionato italiano. Ma è in Inghilterra dove si è consacrato, dominando il competitivo BTCC nel 1994. Tornato in Italia l’anno dopo, senza troppi risultati, nel 1996 Alfa lo ha convocato per l’ITC, emanazione internazionale del DTM. Il suo bilancio è di una vittoria, un podio, ed un brutto incidente a Diepholz. Dopo una parentesi con Honda tra il BTCC ed il STW tedesco, Gabriele ha riallacciato i rapporti con Alfa per il 2001, correndo nel rifondato Europeo Turismo, diventato in seguito WTCC e poi WTCR. In questa lunga fase, ha corso con il Biscione per poi passare alla SEAT-Cupra, Honda, Lada e Hyundai, conquistando la corona continentale del 2003, e quelle mondiali del 2009 e del 2018. Tra ETCC, WTCC e WTCR conta ben 50 vittorie. Nella conferenza stampa del suo ritiro, Gabriele Tarquini ha annunciato che rimarrà legato al mondo delle corse, ma con un nuovo ruolo. Un futuro da team manager per il “Cinghio”?