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Go Bowling a Watkins Glen: nel segno di Iceman

La NASCAR approda a Watkins Glen per la Go Bowling 200, penultimo round della Regular Season. Ma la notizia della domenica è Kimi Raikkonen, debuttante nella Cup Series sul circuito a due ore di auto da New York City. L’iridato di F1 si fa notare, ma non vede la bandiera a scacchi. Il vero protagonista della lunghissima giornata del Glen è Kyle Larson, splendido vincitore dopo un finale concitato. AJ Allmendinger conquista la piazza d’onore, con Joey Logano, Chase Elliott, Daniel Suarez, Michael McDowell, Tyler Reddick, Christopher Bell, Chris Buescher ed Erik Jones a completare la top 10. I cambi di leader sono 12, le caution 5.

Go Bowlinh at Watkins Glen: cosa accade in gara?

Non comincia benissimo la giornata di corsa. L’allerta fulmini ritarda di un’ora la partenza, a cui si aggiunge la pioggia copiosa che costringe ad un’ulteriore ora di attesa. I motori si accendono alle 17 locali, per una Stage 1 su una pista bagnata che si asciuga progressivamente. In questa fase, è fondamentale indovinare il momento giusto per passare dalle gomme rain alle slick. Il migliore in questo gioco si rivela Chase Briscoe, che conquista così la prima frazione. Per la Stage 2, la pista è completamente asciutta, e la sezione procede liscia senza interruzioni. Joey Logano e Kyle Busch battagliano per la vittoria parziale, ma alla fine è l’alfiere Penske che la spunta su tutti gli altri.

Duello in famiglia

Il giro delle soste, alla vigilia della Stage 3, riporta Chase Elliott in testa. Il suo principale avversario è Michael McDowell, che vanta una decorosa esperienza nelle sportscar in passato. Il vincitore della Daytona 500 2021 brucia l’iridato 2020 alla partenza, ma una caution gli rovina la festa. Al giro 46, una scordolata di Ross Chastain alla Inner Loop provoca un contatto con Austin Dillon, ed un minimo di confusione. Al restart, Elliott brucia McDowell ma deve guardarsi le spalle da Larson, distanziato di circa un secondo. Il walzer delle soste non cambia le cose, sebbene alcuni piloti come Dillon provano una strategia estrema, allungando lo stint oltremisura sperando in un miracolo. Sembra fatta per Elliott, ma una caution al giro 81 rimette in gioco tutto. Loris Hezemans va nella ghiaia alla penultima curva, e deve essere tirato fuori con il carro attrezzi. Al restart, Larson tira una staccata al limite estremo, andando lungo ed accompagnando Chase all’esterno. Questi paga dazio perdendo posizioni, con Kyle che deve guardarsi le spalle da un minaccioso Allmendinger. AJ, però, non ha i mezzi per attaccare. Elliott non polemizza per l’attacco “fratricida”, anche perché alla fine il suo bilancio è positivo. Il numero 9 conquista il titolo della Regular Season con una gara d’anticipo, grazie al fatto che Ryan Blaney non prende punti in nessuna delle Stage.


Daytona 500: McDowell re della lunga notte della domenica sera


Go Bowling at Watkins Glen: Raikkonen e i suoi fratelli “mondiali”

Detto di Raikkonen, il finlandese porta al debutto la terza vettura Trackhouse, inserita nel “Project 91”. Le condizioni di bagnato esaltano le doti dell’ex ferrarista, che per un breve tempo lambisce anche la top ten. La sua gara però precipita nella Stage 3, quando viene coinvolto dalla carambola innescata da Chastain. Hezemans rallenta forse troppo, Kimi lo tampona e impatta le barriere: gara finita per lui. Il bilancio, tutto sommato, è positivo, se si tiene conto di dove sono gli altri piloti stranieri. Hezemans, dopo essersi insabbiato, riparte e finisce 33esimo. Tre posizioni più in alto conclude Mike Rockenfeller, ex pilota ufficiale Porsche e campione DTM. Il tedesco, in azione con il team Spire, commette un errore da principiante alla Inner Loop, tamponando Tyler Reddick. Daniil Kvyat è lento tutto il weekend, ed è vittima dell’ennesimo inconveniente tecnico della sua Toyota Herzberg, mentre sul britannico Kyle Tilley è meglio stendere un velo pietoso. In totale, i piloti non americani sono sette (compreso Suarez), in rappresentanza di altrettanti paesi: è un record assoluto per la Cup Series. Ma finiscono tutti in coda: alla NASCAR non piace la globalizzazione?


Classifica di gara