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GP Germania: il Sachsenring dal punto di vista della Michelin

Il motomondiale affronta questo weekend il GP di Germania, e la Michelin si è preparata per bene. Il produttore francese, fornitore unico per la MotoGP, porterà al Sachsenring mescole differenti rispetto al 2021, frutto dell’esperienza precedente. Il meteo presenta molte incertezze, mentre le sfide della pista teutonica sono sempre le stesse. E sono tante, molte di più di quanto possiate immaginare.


MotoGP Sachsenring: i segreti del circuito


Com’è il GP di Germania secondo Michelin?

Il Sachsenring è la pista più corta del mondiale, tortuosissima e dove si sta in piega più tempo. Nella sua consueta intervista a Motorsport.com, Piero Taramasso ha sottolineato come i lunghi tempi di piega sono uno dei crucci che team e piloti dovranno affrontare. Stare inclinati tanto tempo significa surriscaldare un lato della gomma, con conseguente spinning. E scivola oggi, scivola domani, lo pneumatico tira le cuoia…e addio vittoria! Bisognerà lavorare di sospensioni e di elettronica per cercare di limitare lo spinning. Michelin, da questo punto di vista, ha cercato di venire incontro alle squadre, proponendo soluzioni asimmetriche sia per l’anteriore che per il posteriore. Parlando delle mescole, per il 2022 Michelin adotterà soluzioni più dure all’anteriore, e più morbide al posteriore. L’esperienza del 2021 ha insegnato che sul davanti sono emersi problemi di usura, soprattutto sul lato sinistro. In quella gara, che si disputò in condizioni di bagnaticcio che si è asciugato in fretta, nessuno optò per la soft, privilegiando le opzioni medium e hard. Al posteriore la soft dello scorso anno è diventata media, e la media è convertita in dura. Per la gara di questo fine settimana verrà introdotta una nuova tipologia di soft.

Uno sguardo al Montmelo

Nell’intervista, Taramasso ha approfittato per parlare della gara di Barcellona. In Catalogna le tre classi hanno corso in condizioni estreme, con un asfalto bollente (oltre 50 gradi!) e con un grip che mancava. Alla fine della storia, la soluzione vincente è risultata la media, sia all’anteriore che al posteriore. È stata la scelta di Fabio Quartararo, dominatore del GP. la dura al posteriore, scelta da Johann Zarco, non ha dato il grip extra che si aspettava, anzi: alcuni piloti, come Franco Morbidelli e Pol Espargaro, sono andati in crisi. La soft ha sorpreso: doveva “morire” prima di fine gara, e invece ha tenuto. A livello di prestazione, però, non ha pagato, come ha dimostrato la gara di Maverick Vinales. Partito bene, contrariamente al solito, il catalano è partito settimo…e lì è rimasto. Un ultimo appunto Taramasso lo ha dato all’asfalto, posto all’indice dai piloti per il suo scarso grip. La pista è stata ripavimentata nel 2018, quindi in tempi recentissimi. Ma sta già dando problemi: che sia già ora di una riasfaltatura?