A breve cominceranno gli Europei, ma ci sarà anche la Copa America 2021. La competizione partirà ufficialmente domenica 13 giugno con la gara inaugurale Brasile-Venezuela. Quest’anno sarà una Copa America all’insegna dell’incertezza. La pandemia ha colpito terribilmente il Sudamerica e ciò rende difficile capire le reali condizioni delle squadre. Tra l’altro per la prima volta dal 1991 ci saranno solo nazionali rappresentanti del Sudamerica. Niente competizione dunque per Australia e Qatar, che erano state invitate. Chi sono le favorite del torneo? Chi si presenterà con alte aspettative oppure con ruoli da comparsa? Ecco una piccola guida alla Copa America 2021.
Guida alla Copa America 2021: quali sono le favorite?
Brasile
I verdeoro forse sono sulla carta la squadra più accreditata per la vittoria finale del torneo. Una squadra che con Tite ha trovato una quadratura ben definita, non a caso il Brasile è tornato alla ribalta del calcio mondiale. Un gioco votato alla proposta, che conta sulle letture di un attacco composto da elementi come Neymar, Firminio, Vinicius o Richarlinson. Inoltre è solito vedere un trequartista giocare sulla linea dei centrocampisti con profili come Arthur e Casemiro. La difesa è guidata dalla solidità di Thiago Silva e Marquinhos, in un sistema che prevede l’alternanza di una linea a 4 o a 3. In porta c’è poi l’imbarazzo della scelta: Alisson oppure Ederson?
Argentina
L’Albiceleste ha trovato finalmente una guida solida in Scaloni dopo diverse scommesse perse in malo modo (es.Sampaoli). Il lavoro del tecnico è stato importante e l’Argentina ha messo in mostra buone cose, ma forse pecca di continuità. La squadra infatti sembra andare ad intermittenza nell’arco dei novanta minuti, senza mai dare la sensazione di poter dominare la gara. L’Argentina comunque ha delle certezze: Franco Armani in porta, Tagliafico sull’esterno, Quarta-Otamendi in difesa, Paredes davanti alla difesa, De Paul mezzala e infine Messi-Lautaro. La fase difensiva è tutto sommato buona, l’attacco sembra dipendere principalmente da Messi. Riuscirà l’Argentina ad interrompere un digiuno che dura ormai da ventotto anni? Sarà la volta buona per Messi di sollevare finalmente un trofeo con l’Albiceleste?
Uruguay
Il miracolo sudamericano, un paese di appena tre milioni e mezzo di abitanti che riesce a regalare al calcio talenti luccicanti. In panchina c’è ancora Tabarez, pronto a dare battaglia. Ancora una volta ci sarà la vecchia guardia a lottare per la Celeste: Cavani, Suarez e Godin. Ai tre leoni si sono aggiunti anche Valverde, Bentancur, De La Cruz e Viña. Poi ovviamente non mancano Torreira e Nandez, ma anche Càceres. Questa edizione della Copa America rappresenta dunque una prova generale prima di Qatar 2022, che sarà l’ultimo grande ballo per i senatori della Celeste e forse anche per lo stesso commissario tecnico.
Colombia
I Cafeteros si presentano con un nuovo C.T alla competizione, ovvero Reinaldo Rueda. Il rapporto con Carlos Queiroz si era interrotto bruscamente dopo una sconfitta terribile contro l’Ecuador. Il nuovo mister si è liberato dalla panchina del Cile pur di sedere su quella della sua nazione. Tempo di provare schemi e formazioni non c’è stato causa pandemia e dunque parliamo di una squadra che si presenta ai nastri di partenza con diverse incognite. La fase difensiva lascia un po’ a desiderare, ma la volontà del tecnico è quella di sfruttare tutto il potenziale di Cuadrado, James Rodriguez e gli “italiani” Zapata e Muriel. La presenza di un equilibratore come Mateus Uribe sarà dunque fondamentale.
Guida alla Copa America 2021: le altre partecipanti
Quelle elencate sopra sono le nazionali più accreditate per il titolo. Ora parleremo delle possibili outsiders.
Difficilmente la Bolivia dirà la sua in questa competizione. La squadra non offre grandi spunti tecnici e nemmeno potenziali giovani. L’unica arma che fa competere la Bolivia è l’altitudine (vedasi la Coppa Libertadores), ma nient’altro poi.
Non si può dire lo stesso di Venezuela ed Ecuador. I primi hanno dalla loro una buona generazione nei 97 e nei 98, ad esempio Yangel Herrera (monitorato dal City) e Soteldo, finalista dell’ultima Libertadores con il Santos e ora a Toronto. Il C.T. Josè Pereiro ha costruito una squadra molto compatta, ma anche attiva in fase di non possesso. Gli ecuadoriani hanno alzato notevolmente il livello grazie al lavoro del C.T. Alfaro, ex allenatore del Boca Juniors. E poi c’è Moises Caicedo, l’enfant prodige del calcio ecuadoriano pronto a prendersi la scena.
Poi c’è il Paraguay, tornato competitivo grazie al lavoro di Eduardo Berizzo. Il commissario tecnico ha saputo ha fatto di necessità virtù visto il poco materiale a disposizione. Ha costruito le fortune della squadra attorno alla figura di Miguel Almiron, rendendolo un tuttocampista. La linea difensiva è a 4 ed è guidata da Gustavo Gomez, ex Milan e campione con il Palmeiras nell’ultima Libertadores.
Chiudiamo con Perù e Cile. I primi pagano un livello qualitativo non eccelso. Un vero peccato visto il lavoro eccelso di Gareca, capace di riportare i peruviani al Mondiale dopo quarant’anni di assenza e a giocarsi una finale di Copa America nel 2019. I secondi sono alle prese con la chiusura della generazione d’oro degli vari Sanchez e Vidal e che non ha ancora dei degni eredi. Ma bisogna ricordare che siamo in Sudamerica e che può davvero succedere di tutto in una competizione come la Coppa America.