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La Formula Uno è uno sport sempre più elitario

La Formula Uno è uno sport sempre più elitario. Un tipo di disciplina che ormai solo chi ha grandi possibilità finanziarie si può permettere. Questo concetto d’elite va un po’ contro l’idea base di sport: ovvero qualcosa che possono praticare tutti. A riguardo, anche il sette volte campione di F1, Lewis Hamilton, si era espresso. Non solo lui però, recentemente anche Toto Wolff ha detto la sua.


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La Formula Uno è uno sport elitario?

In molti credono sia così. Non solo gli appassionati dei motori lo pensano, ma anche gli stessi piloti. Lewis Hamilton ad esempio, che si è sempre battuto per dar voce alle minoranze, ha recentemente dichiarato che la Formula Uno è un tipo di sport che possono praticare solo le persone abbienti. Un tempo era diverso, però ora questa disciplina sta diventando sempre più esclusiva, tagliando fuori chi non può permettersela in senso finanziario.

Il percorso di Hamilton è sicuramente diverso da quello di Mazepin: la famiglia del sette volte campione del mondo ha dovuto fare molti sacrifici per permettere a Lewis di correre in kart. Dmitry Mazepin di certo non ha avrà avuto gli stessi problemi nel permettere al figlio di seguire le propria passione. Senza citare nessuno, Hamilton aveva detto: “Viviamo in un’epoca in cui questo sport è diventato un club per i figli dei miliardari. Se partissi dalla classe operaia oggi, sarebbe impossibile per me arrivare in Formula 1 perché gli altri ragazzi avrebbero molti più soldi. Dobbiamo cambiare le cose e rendere le corse di nuovo più accessibili. Devono nascere pari opportunità tra i ricchi e le persone di umili origini”.

Toto Wolff: “Dobbiamo creare situazioni in cui i motori siano di nuovo accessibili”

Sull’argomento si è espresso anche il direttore esecutivo della Mercedes, Toto Wolff che ha dichiarato che è necessario trovare una soluzione per far sì che il motorsport torni ad essere accessibile. Queste le sue parole: “Uno dei motivi per cui questo sport è così attraente: offre molto materiale. I conducenti provengono sempre da ambienti molto diversi. Non credo che i piloti provenienti da ambienti privilegiati abbiano sempre tutto facile. Combattono anche contro i demoni. Dobbiamo creare una situazione in cui il motorsport entry-level diventi di nuovo accessibile. Deve essere possibile per i giovani piloti avere successo nelle categorie junior anche senza finanziamenti generosi. Una stagione nel karting top, ora costa un quarto di milione, una stagione in Formula 4 costa mezzo milione e in Formula 3 siamo già a un milione. È assurdo! Dobbiamo fare in modo che questi budget scendano”. Chissà se un giorno questo sport tornerà ad essere un po’ di tutti.