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La RedBull licenzia un dipendente per insulti razzisti

Nonostante la rivalità tra RedBull e Mercedes sia molto accesa in pista, questo non significa che sia lecito mancarsi di rispetto al di fuori della gara. Dopo lo scontro tra Hamilton e Verstappen a Silverstone, il sette volte campione del mondo è stato vittima di disgustosi insulti razzisti. La RedBull licenzia un suo dipendente per tali offese e si dissocia totalmente dal riprovevole comportamento.


La F1 sostiene Hamilton nella lotta contro il razzismo


Razzismo: perchè la RedBull licenzia un dipendente?

Il razzismo è una piaga sociale che purtroppo è ben lontana dall’essere curata del tutto. Offese e insulti razziali non dovrebbero entrare a far parte di nessuna sfera sociale, tantomeno in quella sportiva, purtroppo però le ostilità in questo senso, sono all’ordine del giorno. È successo nuovamente ad Hamilton dopo lo scontro di Silverstone con Verstappen. La RedBull ha scoperto che un suo dipendente aveva scritto messaggi razzisti sul web e non ha esitato un attimo a licenziarlo. L’ormai ex membro del team, non era una figura nota, ma la scuderia ci tiene a far sapere che si dissocia totalmente dall’accaduto. Un portavoce di RedBull, ha detto: “Come riconosciuto pubblicamente la scorsa settimana, condanniamo gli abusi razzisti di qualsiasi tipo e abbiamo una politica di tolleranza zero nei confronti del comportamento razzista all’interno della nostra organizzazione. La persona in questione non è più un dipendente della Red Bull Racing”.

Horner: “Tolleranza zero davanti al razzismo”

Anche il Team Principal della RedBull, Christian Horner, si è detto rammaricato per un comportamento tale. Queste le sue parole: “Sebbene la rivalità sia intensa in pista per il campionato, le emozioni non dovrebbero mai superare il limite e sfociare nel razzismo. Abbiamo un approccio di tolleranza zero al comportamento razzista all’interno del nostro team e personalmente ritengo che i responsabili di questo tipo di abuso debbano essere chiamati a rispondere. Continueremo a sostenere la FIA e la F1 nel cercare di sradicare questo male dal nostro sport”. Nei giorni scorsi Hamilton ha dichiarato di essere molto felice della vicinanza dei colleghi e per la prima volta di non essersi sentito da solo in questa battaglia.