La Mercedes appare imbattibile anche quest’anno, ma ogni tanto capita anche a lei di fare cilecca. Ed è capitato al GP di Montecarlo, dove la scuderia capitanata da Toto Wolff ha sbagliato clamorosamente la strategia di gara di Lewis Hamilton. La sosta anticipata al 29esimo giro ha lasciato perplessi gli osservatori e lo stesso pilota inglese, il quale non ha nascosto la sua rabbia al parco chiuso. Vi raccontiamo il retroscena di un momento che ha deciso le sorti della gara, e che forse renderà più movimentato il campionato: dopo Monaco, infatti, Hamilton ha perso la testa del mondiale, ed ha 5 punti di ritardo nei confronti di Max Verstappen.
Hamilton Montecarlo: un Gran Premio difficile
Lewis Hamilton: cosa ha combinato la Mercedes a Montecarlo?
La storia comincia al 23esimo giro. Si apre la “pit window” per le soste ai box, e la squadra stava pianificando il rientro. Peter Bonnington contatta Hamilton via radio, dicendogli che i distacchi si stanno consolidando, e che il ritmo di tutti è in calo. Lewis chiede se deve spingere, ma “Bono” gli risponde negativamente. Al 25esimo passaggio, il sette volte campione riduce il divario da Pierre Gasly, portandosi a 1.2 secondi. Il muretto box decide quindi di tentare un undercut, ossia far rientrare il pilota prima e usare il vantaggio delle gomme fresche per il “sorpasso”. È una scelta insolita per Monaco: qui di solito si usa l’overcut, cioè tardare la sosta per guadagnare terreno sull’avversario che si è già fermato.
Al giro 29, Hamilton si ferma, in anticipo rispetto al previsto. La sosta avviene senza intoppi di nessun tipo. All’uscita della pit lane, l’amara sorpresa: non solo è rimasto dietro a Gasly, ma verrà superato anche da Sebastian Vettel e Sergio Perez!. Lewis non nasconde la frustrazione via radio: “Che succede lì ragazzi? Ho perso due posizioni!“. Una domanda, a questo punto, sorge spontanea: perché fermarlo così presto?
Una Stella in confusione
A fine GP, Toto Wolff da la sua spiegazione. “Era l’unica possibilità che avevamo“, dice il team manager”. Abbiamo visto che la gomma si era consumata, proprio come con Valtteri (Bottas). Poi c’era la comunicazione tra Lewis e gli strateghi, se dovevamo anticipare, e noi abbiamo concluso che l’undercut aveva un potenziale molto maggiore per superare Gasly“. Per Wolff, quindi, le gomme erano troppo consumate per poter pensare ad un overcut, più efficace. Eppure la sua versione non è condivisa nel suo box. “Lewis aveva ancora la tenuta sulle gomme per alcuni giri molto buoni“, dice James Allison, direttore tecnico. “Era molto probabile che Gasly non sarebbe entrato per un po ‘, e poi ci avrebbe trattenuti tutto il tempo“. Insomma, la Mercedes smentisce se stessa. Tra le altre cose, anche Hamilton a fine gara sposa la tesi di Allison, lasciando intendere che non è mai stato d’accordo con la scelta del team. È la dimostrazione che l’invincibile armada della casa tedesca, pur efficacissima in ogni situazione, è vulnerabile quando le si mette pressione. Si tratta di un bell’assist per la Red Bull, che d’ora in avanti saprà bene cosa fare per mettere alle strette la sua principale avversaria.
Red Bull dopo Monaco: la Mercedes non è invulnerabile
Immagine in evidenza di Mercedes AMG Formula One Team, per gentile concessione