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Michele Mouton apre alle donne in Formula Uno

“Donne e motori non vanno d’accordo”. E chi l’ha detto? Di sicuro Michele Mouton non la pensa così. L’ex pilota di rally che è anche una delle poche donne ad aver vinto titoli validi per competizioni mondiali, vuole aprire alle donne il mondo delle quattro ruote. Sicuramente ci sarà qualche scettico che non condividerà le idee di Mouton ma a detta dell’ex campionessa a breve le ragazze potranno entrare a far parte del settore automobilistico senza problemi.


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Michele Mouton: “Alle ragazze serve un po’ d’incoraggiamento”

Michele Mouton oltre ad essere un’ex pilota di rally è ora presidentessa della commissione FIA per le donne nel motorsport. È grazie a lei se la giovane e talentosa Maya Weug è entrata a far parte del team junior della Ferrari. Mouton è molto orgogliosa del proprio traguardo raggiunto con la ragazza appena sedicenne: “È un programma speciale e un momento storico emozionante! È un programma molto nuovo e innovativo, lanciato dalla Commissione FIA ​​per le donne nel Motorsport. Ovviamente seguiremo i progressi di Maya con grande interesse. Il fatto che abbiamo la Ferrari a bordo come partner mi rende fiduciosa. Siamo sulla strada giusta”.

La presidentessa ricorda anche l’emozione di aver visto indossare la tuta rossa da una donna: “È stato speciale. La Ferrari è il riferimento. E vedere la prima donna con una tuta da gara rossa significa molto. Dobbiamo dare alle ragazze buone opportunità fin dalla giovane età. Sfortunatamente, molto spesso accade che i promettenti talenti femminili smettano di correre quando hanno 14 o 15 anni perché non vedono un futuro. Avere a bordo la Ferrari Drivers Academy, da cui sono emerse star attuali come Charles Leclerc, è un segno di speranza per tutte le ragazze del motorsport”.

Mouton crede che le donne siano pronte quanto gli uomini ad affrontare avversarie sulle piste dell’alta velocità. In fondo al gentil sesso il coraggio di certo non manca: “Cosa significa coraggio? Crescere sei o otto figli è coraggioso. Scalare l’Everest è coraggioso. Navigare in mezzo all’oceano è coraggioso. Ma non serve coraggio per guidare la 24 Ore di Le Mans o alcuni dei Rally di Monte Carlo. Devi solo avere le capacità e amare quello che fai. Vale a dire combattere, raggiungere e superare i propri limiti”.